Solitamente i riferimenti troppo marcati e facilmente identificabili provocano tristezza e noia, addirittura più delle (limitrofe) cover band che per lo meno hanno la decenza di non celare il proprio (non) essere. Ma poi capita di ascoltare gli Yuko, sconosciuta band belga, e si scopre la classica eccezione che conferma la regola.
In “Long Sleeves Cause Accidents” si sente infatti fortissimo l’amore viscerale per i Radiohead, un riferimento pressoché costante e a volte perfino sfacciato, tanto celebre e planetario quanto però impegnativo e sdrucciolevole. Tom Yorke e soci hanno segnato in profondità l’adolescenza e la maturazione degli Yuko, in una maniera talmente incisiva da arrivare a modificare il loro genoma musicale e rendendoli così in grado di produrre un album che sì ricorda parecchio “Ok computer” e dintorni, ma che comunque ha tratti distintivi tutti suoi che lo rendono differente, bello, unico.
I belgi sanno scegliere le sonorità, sanno quando ampliarle e quando ridurle, sanno essere delicati e raffinati come pure decisi e rabbiosi, sanno impreziosire la loro musica mischiando il sacro con il profano – alias cori lirici ed inserti elettronici, dosati con maestria e classe -, sanno cambiare passo ed atteggiamento, insomma sanno comporre musica che emoziona e che tocca in profondità.
9 tracce 9 gemme preziose da indossare in ogni circostanza e meteo, con il sole, la pioggia, la nebbia. Nessuna segnalazione specifica dunque, ma una sola cumulativa in grassetto e sottolineata per questo “Long Sleeves Cause Accidents”.
Piccoli Radiohead crescono. E pure benone.
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