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Elrim – Incumbent Solitude

2014 - Autoproduzione
dark/ambient

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Tracklist

1. I
2. II
3. III
4. IV
5. V

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Qualcuno di voi ha presente dove si trova Scituate? Nemmeno io, ma per fortuna esiste Google Maps, che ci mostra in pochi secondi che stiamo parlando di una cittadina americana del Rhode Island, che dall’alto risulta un piccolo rettangolo costituito soltanto da boschi infiniti e un grande lago filiforme al centro. Utilizzando l’omino giallo di Google Maps per avventurarsi tra le strade di questa località (lo ammetto non avevo niente da fare), non si vedono che pareti di alberi improvvisamente interrotte da stradine asfaltate, che a loro volta si affacciano su sporadiche villette con garage e suv annessi. All’apparenza nient’altro: Scituate non sembra essere governata dall’uomo e tanto meno dal presidente Obama; qui a regnare è prima di tutto il silenzio. Non si sa se tale località è davvero il luogo d’origine di Elrim, ma quel che è certo è che si adatta benissimo a ciò che si evince fruendo del suo lavoro.

Il silenzio sembra infatti essere alla base di Incumbent solitude, che più che un progetto musicale appare un caso di sperimentazione sonora. Tutto il lavoro è rivolto alla creazione di un’unica atmosfera cupa, silenziosa, nebbiosa, piena di echi lontani che fanno venire i brividi. Si è soli nella medievale landa desolata che Elrim crea attorno all’ascoltatore e in più è inverno, c’è una nebbia fittissima e si ha paura di non riuscire a trovare più la via di casa. I titoli delle canzoni non ci sono; al loro posto si trovano dei lapidari numeri romani e non ci sono melodie o parole, ma soltanto il suono del silenzio, il rumore della morte.
Proprio per la poca musicalità del lavoro non si può, per quanto se ne possa rimanere affascinati, non penalizzare un prodotto del genere almeno sotto il punto di vista della forma. È da apprezzare la maniacale coerenza, la fermezza nel non concedere nulla all’ascoltatore, nel camminare sempre dritto come se non ci fosse un’altra strada da percorrere, proprio come tra i sentieri di Scituate. Ma ciò che da una parte appare virtù, dall’altra appare chiusura mentale, che in musica non può portare a nulla.

Il suono e il rumore non necessariamente sono musica, ma possono diventarlo facilmente e, non so cosa voglia Elrim dalla vita e dal suo progetto, ma dal punto di vista di un ascolto musicale del prodotto viene da pensare che qui ci voglia proprio un passo in avanti (o indietro) verso una musicalità maggiore. Magari gli farebbe bene evadere per un po’ dai boschi di Scituate e visitare la non lontanissima New York: la si può raggiungere in sole 5 ore di treno (si ok, anche questo l’ho cercato su Google Maps).

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