Quarter Past One – The Ballad Of Reading Gaol

Riprendono l’opera di Wilde, utilizzandone i testi e reinterpretandone le atmosfere, per un lavoro che fa delle influenze “brit” il suo fiore all’occhiello: undici tracce, dove il cantato segue sempre alla lettera le parole che l’autore inglese ha scritto all’uscita dal carcere, che cullano docili dall’inizio alla fine.

Vista l’autorevolezza dell’influenza si può dare per scontato che siano voce e parole a farla da padrone, a dettare ritmi e stati d’animo. Così è, con qualche eccezione: per dimostrare che la loro scelta di legarsi a temi così importanti è più che volontaria, i Quarter Past One infilano due pezzi strumentali, che riecheggiano ancora delle atmosfere già definite, aggiungendo particolari prima sacrificati. Reinterpretano e si fanno guidare, insomma, senza finire succubi dell’opera che hanno scelto di omaggiare.
Un suonato davvero di rispetto, che suggestiona e custodisce mentre ci si fa trasportare verso la fine, senza svolte repentine o strade percorse a metà. Si concentrano su quello che sanno fare bene, abbandonando le pretese di ecletticità, e sta all’ascoltatore capire da che parte schierarsi: i fan del genere potrebbero rimanere assolutamente rapiti, chi di solito sceglie ritmi e generi più spinti potrebbe soffrire per la poca capacità di graffiare l’orecchio.

La chicca aggiunta, al di là della musica: tutto, dalle splendide grafiche ai costumi della band fino ai video già pubblicati, fa da rimando all’epoca in cui queste parole sono state scritte, magnificamente.

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