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Wreck And Reference – Want

2014 - Flenser Recordings
metal/doom/experimental

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Tracklist

1.Corpse Museum
2.Apollo Beneath The Whip
3.Stranger, Fill This Hole In Me
4.Bankrupt
5.A Glass Cage For An Animal
6.A Tax
7.Flies
8.Convalescence
9.Machine Of Confusion
10.Swallow
11.Apologies

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Probabilmente la migliore scoperta degli ultimi tempi è aver capito che si può fare metal (inserire “post” a vostro piacimento) pure senza chitarre distorte. Chi segue i Wreck and Reference fin da No Youth sa bene che i nostri è un pezzo che si cimentano nel genere, assieme ai simili The Body, eppure con Want riescono a raggiungere delle vette , o meglio, degli abissi inaspettati.

Dalla violentissima partenza con Corpse Museum l’ascoltatore è immediatamente risucchiato in un vortice di oblio, mentre lentamente uno spazio vuoto nel sound comincia a fare capolino con sempre più prepotenza, mentre Skinner urla sulla condizione umana e prende facilmente il sopravvento “NEVER ENDING ALWAYS ENDING FLOATING AWAY”.
Apollo Beneath the Whip sembra quasi voler partecipare con fare affettato a un musical dalle ovvie tonalità s&m, alternando bastone e carota, dolcezza e dolore, urla e l’ansia più ineluttabile. Il grigiore urbano che soffoca ogni speranza mentre viene narrata la storia dello schiavo che tenta di liberarsi dalle manette, avendo come unica soluzione il tagliarsi le mani. Convalescence è il pezzo centrale di questi 37 minuti dove regna orrore e masochismo, il narratore tenta la fuga da questa malattia che pervade tutto per poi decidere di abbandonarcisi in pieno, onde poter scappare da tutto quanto, mentre pianoforte e archi crescono in sottofondo e la batteria sembra non avere requie alcuna. Terrificante.
Alternando sezioni parlate, sussurri e urla gutturali la performance di Skinner non smette mai di far salire i nostri stati ansiotici, arrivando quasi al culmine nella ballata Flies, “with our hands out to the sky, just to surrender”, quella gocciolina di sudore che ti senti sulla fronte e non smette di colarti sorniona giù per la testa, senza che tu possa asciugarla. Machine of Confusion è una breve camminata in un insopportabile deserto di luce nei pressi di Vermillion Sands. Apologies si abbandona lentamente ai neri flotti di un mare che vomita cadaveri di esseri umani falliti.

I tormenti di Want non sembrano derivare da un singolo desiderio irragiungabile, né tantomeno dal voler appartenere a qualche corrente musicale, piuttosto vanno a formare un collage di orrori sonori, rabbiose considerazioni malamente tenute a freno e frustate con violenza. E’ meraviglioso farsi trasportare giù nelle oscurità purulente per poi uscirne con quell’ultimo respiro ancora in gola. I Wreck and Reference si confermano una delle realtà più tremendamente intriganti degli ultimi dieci anni.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=Nu-WBW6Ww_k[/youtube]

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