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Stefano Bollani – Sheik Yer Zappa

2014 - Universal
pop / jazz / tribute

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Tracklist

1. A Cosmik Intro
2. Cosmik Debris
3. Bobby Brown Goes Down
4. Blessed Relief
5. Male Male
6. Bene Bene
7. Eat That Question
8. Peaches En Regalia
9. Uncle Meat

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Dopo appena due mesi dall’ultima uscita “Joy In Spite Of Everything”, una fantastica session registrata in quel della Grande Mela nel giro di una giornata, Stefano Bollani presenta ancora un nuovo lavoro ma questa volta gioca in casa o, perlomeno, parzialmente in casa.

Sì, perché il capellone di Milano questa volta decide di rendere omaggio ad un artista di origini italo-americane che in fatto di capelli e genio certamente non ne era da meno.
Stiamo parlando, infatti, di Frank Vincent Zappa.
In realtà è bene precisare che “Sheik Yer Zappa“, questo il titolo dell’album, non é una novità inattesa, bensì una produzione dello stesso Bollani registrata durante il tour del 2011 accompagnato sul palco da Jason Adasiewicz al vibrafono, Josh Roseman al trombone, Larry Grenadier al contrabbasso e Jim Black alla batteria.
Lasciandosi ispirare per il titolo da “Sheik Yerbouti“, un geniale gioco di parole ottenuto da Zappa, storpiando il titolo della hit dance dei KC And the Sunshine Band “Shake your Booty”, Bollani sceglie di reinterpretare dei brani significativi della discografia zappiana, arricchendolo con due composizioni proprie, per un totale di nove tracce.
Nella confusionaria, sterminata produzione musicale dell’artista di Baltimora (più di 50 album) sceglie quindi Uncle Meat, dall’omonimo album di ben 28 tracce del 1969, Peaches En Regalia, apertura di Hot Rats del 1971, brano che già di per sé presenta forti influenze jazzistiche e che Stefano trasforma in un cavalcante trionfo di solo piano, Eat That Question e Blessed Relief, dilatando notevolmente la durata di quest’ultima per dedicare un buono spazio iniziale al contrabbasso, entrambe da The Grand Wazoo, Cosmik Debris da Apostrophe (‘) del 1974, in cui la profonda voce di Zappa è sostituita da tromba e vibrafono ed infine Bobby Brown Goes Down, proprio dal citato Sheik Yerbouti del 1979, in cui finalmente di bollani si sente anche la voce. Infine, come già anticipato, Bene Bene e Male Male, i due brani originali che si amalgamano perfettamente al resto.
Insomma, un omaggio di un grande musicista per un grande artista (perché chiamarlo musicista sarebbe riduttivo), dove tutto è reso più minimale per ovvi motivi stilistici, ma è un minimalismo che aggiunge alla sua già vasta discografia musicale ancora qualcosa di brillante, regalando al panorama musicale la piacevole opportunità di rispolverare delle note già scritte e a volte ingiustamente dimenticate.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=LDc6kZwxuLo[/youtube]

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