Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Mineral – Complete Collection

2014 - Banquet Records
emo

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Five.Eight and Ten
2. Gloria
3. Slower
4. Dolorosa
5. 80 - 37
6. If I Could
7. July
8. Silver
9. Take The Picture Now
10. Parking Lot
11. Sadder Star [bonus]
12. Five, Eight and Ten (alternate take) [bonus]
13. Parking Lot (alternate version) [unreleased bonus]
14. Gloria (alternate take)[unreleased bonus]
15. If I Could (alternate mix) [unreleased bonus]
16. Lovelettertypewriter
17. Palisade
18. GJS
19. Unfinished
20. For Ivadel
21. Waking To Winter
22. ALetter
23. Soundslikesunday
24. &serenading
25. Thelastwordisrejoice
26. Rubber Legs [bonus]
27. February [bonus]
28. M.D. [bonus]
29. Love My Way [bonus]
30. Crazy [bonus]

Web

Sito Ufficiale
Facebook

La prima recensione che scrissi in vita mia fu una vera e propria lettera d’amore a The Power of Failing, l’album di debutto (e riconosciuto capolavoro) dei Mineral. Avevo 17 anni, a ripensarci non è che scrivessi molto peggio di ora e dunque ha senso che questo sia il mio ultimo articolo, poi chiuderò la bocca per sempre.

No, era una citazione colta, ve piacerebbe.

Nonostante all’epoca ascoltassi vagonate di emo non mi sentivo certo di appartenere a una “scena”, manco esisteva nella mia testolina l’idea che nel nostro paese potessero esistere più di una decina di persone interessate a un mucchio di ragazzini che strillavano le proprie emozioni sopra chitarre distorte.
Mi sbagliavo, ovviamente, tanto che in seguito passai a recensire vagonate di band italiane più o meno dimenticate come i May I Refuse e Vanilla Sky (e i Settlefish?? Alzi le mani chi se li ricorda, vi prego!). Nonostante ciò, il genere era riconosciuto come in via d’estinzione, tutti i gruppi migliori nel 2001 si erano sciolti o stavano cambiando stile, erano rimaste solo le mediocri raccolte degli Emo Diaries della Deep Elm a tenere alta la torcia.
L’ultimo chiodo nella bara fu il successo commerciale dei Jimmy Eat World, segnale che a tutti sarebbe stata concessa la possibilità di esibirsi nel patetico tentativo di raggiungere i loro 15 minuti.
E dunque, chiederete voi, cosa avevano di male tutti questi gruppetti italiani o meno? Beh, miei piccoli amici, non avevano quel che rendeva unici i Mineral: un’emotività ruvidissima, contava più quella che la distorsione delle chitarre o cercare l’orecchiabilità a tutti i costi.
Riascoltandoli circa tredici anni dopo, specie Power of Failing, mi sfugge francamente come abbia potuto ignorare il loro essere intrisi di cattolicità fino al midollo. “Imagined what it all might look like with these planks out of my eyes”, “i am unashamed of the stains”, e così via di riferimenti biblici e mazzate sui coglioni con gli occhi intrisi di lacrime rivolti alla seconda venuta di Jesu(s).
Urge decisamente uno studio su quella manciata di grandi gruppi rovinati dalla cristianità, certo non fatto da me; appena ho sentito dello scioglimento (il primo) dei Sunny Day Real Estate a causa della conversione del leader, non li ho mai più ascoltati con le stesse orecchie.
Chris Simpson, forse senza saperlo, seguiva le orme di Jeremy Enigk nel naufragare nel mare di liriche cristiane, senza mascherarle abilmente come faceva quest’ultimo, bensì andandoci giù pesante con quintali di omelia. E così arriviamo alla tremenda verità: a distanza di tanti anni, Power of Failing sembra aver perso molta della presa emotiva che aveva su di me. Non mi suona come un album che possa aver senso per il Damiano cresciuto, se non in quello strettamente nostalgico, ma per ciò non abbisognavo certo di un reminder. Parking Lot, Gloria, If I Could, pezzi in cui la lagna e la rabbia fanno a botte per farne uscire vincitrice sempre la prima.
Il remaster non aiuta nemmeno a riscoprirlo, limitandosi invero a una minima ripulita, facendolo suonare meno patetico sul vostro sistema audio ipercostoso.

EndSerenading, invece, porta alle nostre orecchie dei Mineral più maturi, decisamente meno imbarazzanti da ascoltare oggi, pur se la scrittura mostra a tratti evidenti limiti, come in WakingToWinter. E finalmente posso dirlo, ma perché hanno scritto i titoli tuttiappiccicatimaledettiloro?
Anche qui il distacco emotivo è stato netto e senza ritorno, all’epoca ricordo di aver perfino pianto con Unfinished, oggi a metà mi annoio e cambio traccia.

Gli extra di Power of Failing sono abbastanza inutili, eccetto per il prezioso recupero di Sadder Star, il primissimo pezzo rilasciato dai nostri e forse l’unico che mostra davvero il loro lato emo/punk, una curiosità piacevole. Su EndSerenading invece c’è una ghiotta selezione di rarità: February e M.D. rivaleggiano i migliori pezzi della carriera dei nostri, risultando addirittura molto più onesti e meno cattolicizzanti. Spuntano anche delle cover piuttosto inutili, anche se confesso a voi gentili lettori, che il sottoscritto era tremendamente fissato con Love My Way e adoravo la loro versione. Risentita adesso invece mi son stufato a metà, vedi un po’, di nuovo.

Come per tutte le cose che hanno segnato particolarmente la propria crescita, è giusto a un certo punto riconoscerne quel che è stata l’importanza e lasciarle indietro, ergo non v’aspettate da me un live report sul quando il tour della band toccherà pure l’Italia. Per carità, non fraintendete, non ce l’ho mica con i Mineral, loro come gruppo emo hanno lasciato una traccia importante e tutt’ora figurano tra i pochi che consiglierei, sicuramente di più rispetto a inutilità come The Promise Ring e The Get Up Kids.
Complete Collection, però, è decisamente dedicato agli appassionati che vogliono tutto in un comodo pacchetto o per chi, come me, vuol rivivere un tratto della lunga strada verso la maturità. Certo a questo punto, mi aspetto anche una degna raccolta dei The Gloria Record… quella sì che ci vorrebbe.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=hLzSr-YUjtc[/youtube]

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=Oby12fyIBz4[/youtube]

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni