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Raised By Swans – Öxnadalur

2014 - Autoproduzione
rock / indie / shoegaze

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Tracklist

01. //
02. Chasms
03. ™xnadalur
04. I remember stars
05. Katla
06. In the getaway car
07. Hraunsvatn
08. I know it’s real
09. A way to get by
10. Spilled more blood
11. Tunnels to villages
12. Depth charges
13. Except us dreamers
14. Diving bird / Portal

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Per tanti anni i Raised By Swans son stati uno dei segreti meglio custoditi dell’indie rock canadese. Nati come progetto di Eric Howden, il primo album rilasciato in maniera indipendente nel 2005, lo splendido Codes and Secret Longing, lasciò una traccia non indifferente e il fatto di aver il regista Atom Egoyan tra i fan ha aiutato non poco il progetto negli anni a guadagnare un minimo di popolarità.
Dopo il successivo No Ghostless Place, però, il nostro sembrava aver perso un po’ la strada e aver avuto difficoltà a riprendere la scrittura, fino a quando finalmente è riuscito ad arrivare a Öxnadalur. E poco è cambiato, nel bene e nel male, se non che stavolta ancora di più è un prodotto completamente suonato e cantato in solitaria.

Già subito con la voce lagnosetta di Howden che arriva a rompere il mormorio di sottofondo in / ci sentiamo a casa, la successiva Chasms con le sue limitate linee di chitarra e una voce delicata che si posa continua a cullarci maternamente nella medesima sensazione.
La title track, leggermente più animata da batteria e linee di basso, ci parla di salvataggi e di arrendersi alla natura e alle stelle; non a caso, l’album è stato ispirato dalla permanenza di Eric in Islanda, sua patria ormai da diversi anni. La solitudine della landa ghiacciata è proprio la principale ispirazione, subito evidente anche in Katia, che si nutre di silenzi ovattati rotti solo da un organo distante e delicate liriche “I dreamed I was a lonely lake wrapped in quiet miles of unmapped space”.
A Way to Get By alza un po’ il ritmo con delle percussioni che spingono e la storia di un amore che cade a pezzi, pur rimanendo a mò di fioca speranza all’orizzonte. Depth Charges è un altro momento deliziosamente sentito, con un pianoforte in sottofondo, per la prima volta in una canzone dei Raised, ed Eric che cerca tra le pieghe della memoria una persona ormai apparentemente perduta.
Öxnadalur prosegue alternando carezze a spinte emotive, esattamente ciò che era lecito aspettarsi. Forse potremmo fare la considerazione che, con ben 14 pezzi e quasi un’ora di musica, c’è troppa carne al fuoco per un ascolto tutto d’un fiato; considerando, però, la limitata discografia, chiudiamo volentieri un orecchio. Il progetto si regge sulla voce particolare di Eric, davvero una di quelle che riconosci subito, sulla scrittura malinconica e solitaria che avviluppa ogni momento. L’effetto che mi ha sempre fatto ascoltarlo è come di un’inesorabile dolce morte, un assopimento dei sensi che non porta alla beatitudine ma bensì all’oblio più totale.

Come da sempre, l’album non è stato minimamente pubblicizzato, se non con pochi affettuosi aggiornamenti sulla pagina facebook del progetto e, per me che scrivo queste righe, sembra quasi una sorta di privilegio poter essere qui a parlarne.
Ora, non credo di avere l’autorità per convincere qualcuno dei lettori che i Raised by Swans siano il gruppo di cui avete bisogno; posso dirvi che accompagnano la mia esistenza da parecchi anni e ho trovato fosse giunto il momento di condividerli. Non so se Eric ne sarebbe contento, ma molte delle vostre orecchie sicuramente sì.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=zWVokBBDVJk[/youtube]

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