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Interviste

Intervista ai LINEA 77

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Abbiamo scambiato due piacevoli chiacchiere mattutine con Nitto, il cantante dei Linea 77, in occasione della pubblicazione di “Oh!” (clicca qui per la nostra recensione), il loro settimo disco. Buona lettura.

“Oh!”: perché questo titolo?
Abbiamo scelto questo titolo perché ha una doppia interpretazione. “Oh!” può assumere una connotazione sia positiva sia negativa. Può significare sia “Oh! Che bello!” sia “Oh! Che schifo!”. Lasciamo decidere al pubblico, è un’interpretazione libera. Che può essere riferita sia al disco (che può piacere oppure può non piacere), sia alla realtà che ci circonda.

Come mai avete scelto questa immagine bizzarra come copertina del disco?
Come al solito è Dade che si occupa delle copertine dei dischi. Praticamente la cover è un contrasto netto tra il mondo fantastico di “Alice nel Paese delle Meraviglie” e la dura realtà del mondo di oggi.

Nel disco è presente la cover di “Non esistere” dei Fluxus, in cui partecipa proprio il loro cantante, Franz Goria. Com’è nata questa collaborazione? Come mai proprio “Non esistere”? Questo brano significa qualcosa in particolare per voi?
I Fluxus sono uno dei nostri gruppi preferiti. Sono delle pietre miliari del post-core. Erano post-core prima ancora che il post-core esistesse (ride NdR). “Non esistere” è un pezzo che descrive la condizione umana. Parla di una Torino industriale, la situazione dentro le fabbriche. E’ un brano molto attuale che quindi abbiamo deciso di riproporre.

Gli amori musicali dei Linea 77: quali sono?
Stai entrando in una valle di lacrime (ride NdR). Di tutto, ascoltiamo veramente di tutto, anche generi lontani da quello che facciamo noi perché dobbiamo sempre cercare ispirazioni e sonorità nuove. Io ultimamente passo da Hozier (bel disco, lui è molto bravo) agli Slipknot, da Bruno Mars ai Carcass (ride NdR). Quello che ci emoziona, ci piace. Al di là di qualsiasi genere, senza scartare niente.

Con chi vi piacerebbe collaborare in futuro?
Se dovessi sognare (ride NdR)? Con Zack De La Rocha, il cantante dei Rage Against The Machine. Le collaborazioni non sono programmate. Ad esempio, quella con Tiziano Ferro o quella con i Subsonica non erano programmate. Ci si ritrova e poi si vede quello che succede.

Se doveste dare un consiglio spassionato a qualche musicista emergente in Italia, quale sarebbe?
Qui non so se essere cattivo o cattivissimo (ride NdR). Ti dò la risposta classica: gli direi di crederci fino in fondo, andando contro la famiglia, gli amici, tutti quelli che gli dicono «sì ok, bravo, ti diverti, però ora ti troverai un lavoro». Ci sono passati tutti i musicisti. Se fai alternative poi non vieni preso sul serio. Altro consiglio, non bisogna mai lasciarsi abbindolare da false promesse. Spesso fare da sé infatti diventa più sicuro. Ma ti dò anche la risposta da cattivo: gli direi di andare via da qui. Perchè l’Italia non è un paese rock (ride NdR). Non ha il DNA rock. Qui si fanno cose geniali che magari nel resto dell’Europa non si fanno ma non vengono lo stesso apprezzate nel modo giusto. Sarò cinico, ma è così: fai il disco pop e poi, a parte, coltiva il tuo progetto rock. E’ un paese per vecchi (ride di nuovo NdR).

Cosa farete dopo la pubblicazione di “Oh!”? Farete un tour? Avete già altro materiale in preparazione?
C’è del materiale avanzato dal disco, pezzi che possiamo riprendere in futuro. E sì, ci sarà il tour di presentazione del disco che è la parte più bella. Ho cominciato a fare musica d’altronde per poter suonare dal vivo, conoscere gente nuova, realtà nuove, piuttosto che per la fama e il successo. Che non ci sono comunque (ride NdR).

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