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Interviste

Intervista ai KENSINGTON

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Suoneranno stasera, 12 febbraio, per la prima volta in Italia al Magnolia di Milano per presentare il loro ultimo album “Rivals”.
Quale occasione migliore per scambiare quattro chiacchiere con i Kensington, autentica rivelazione del panorama indie rock europeo?

“Rivals” è il vostro terzo album. Come vi sentite cambiati rispetto agli esordi?
Credo che adesso sappiamo cosa stiamo facendo, all’inizio eravamo abbastanza ingenui, il che è veramente divertente ed esaltante… ma a volte non porta a nulla. Sia musicalmente che non-musicalmente adesso ci sentiamo piuttosto maturi e sicuri. Non saremmo stati qui se non avessimo commesso tutti gli errori nel passato! [ride, ndr]

Qual è il vostro approccio a questo nuovo lavoro? Cosa ha influenzato di più la scrittura delle nuove tracce?
È un disco abbastanza introspettivo. RIVALS parla di noi stessi, delle nostre personalità dissociate e del nostro diventare adulti. Dal punto di vista musicale è stato il più facile e il più divertente da scrivere perché sapevamo esattamente cosa stavamo facendo. Abbiamo fatto molta improvvisazione: canzoni come War, Streets, All for Nothing e Done With It sono state create direttamente da una jam che avevamo fatto noi quattro. Abbiamo registrato dei pezzi sui nostri cellulari e dopo aver preso questi “mini demo” abbiamo provato a trasformarli in canzoni.

Avete registrato a Berlino. Raccontateci dell’esperienza: perché questa scelta? Siete soddisfatti del prodotto finale?
Abbiamo passato due mesi a Berlino, è stato grandioso ed è servito a mettere a fuoco le giuste cose. è una città che ispira molto, piena di gente e posti fantastici. Quindi se non avevamo voglia di stare in studio, andavamo in un bar o qualcosa del genere per poi tornare a lavoro rigenerati. Ci sono sempre molte cose che accadono, Eloi ha cantato molto durante la notte perché le notti berlinesi sono stimolanti: senti la gente fuori che entra o esce dai locali. è un posto vibrante che ha influenzato notevolmente il disco.

È la vostra prima volta in Italia. Siete emozionati? Cosa vi aspettate dal pubblico italiano? Siete mai stati in Italia prima, magari da turisti?
Sì! Siamo molto emozionati! Abbiamo sentito belle storie da nostri amici in altre band che hanno suonato qui e abbiamo imparato in vacanza che la gente (e il cibo!) sono fantastici! Siamo stati in vacanza in posti come la Toscana, Napoli, la Sicilia e, ovviamente, Roma. Ma non siamo mai stati a Milano. È bello vedere posti nuovi ed è ancora più bello il fatto che stiamo facendo uno show qui!

Suonerete in una location molto piccola, comparata alle grandi arene olandesi o ad altre grandi location europee in cui avete suonato recentemente: credete che sarà come “tornare alle origini”?
La sensazione di “ritorno alle origini” è molto bella. Sì, è differente rispetto all’Olanda. Ma ci piace molto il contrasto. è grandioso tornare ai club più intimi, tentando di convincere la gente a tornare la prossima volta. è un lavoro difficile a volte, ma vogliamo decisamente investire in questa cosa. Questo tour è stato super fantastico fino ad adesso, probabilmente continueremo a fare lo stesso per i prossimi anni!

Siete spesso comparati a band come Kings of Leon, Strokes e Killers. Che ne pensate?
È assolutamente normale e logico che la gente faccia dei paragoni, quindi siamo tranquilli a riguardo. Quelle sono grandi band, quindi finché non verremo paragonati a gruppi veramente schifosi, ci va bene così! [ride]

Ok, siate sinceri: quali sono le vostre reali influenze (sia musicali che culturali)?
Potrebbero essere qualsiasi cosa, in realtà: libri, film, altri dischi, esperienze, relazioni. La cosa migliore da fare è non limitare se stessi a certe cose per trarre ispirazione. Avere una mente aperta è essenziale in qualsiasi processo creativo.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=QhL6_r2GEPc[/youtube]

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