E bella Obaro Ejimiwe aka Ghostpoet!! Ma bella davvero, grazie a questo nuovo lavoro notevole e sorprendente con l’artista l’inglese in una versione completamente differente rispetto al recente passato. Se prima infatti colpiva con quel marcato contrasto tra timbro caldo ed elettronica algida, minimal e priva di appigli melodici, ora a fare breccia nell’orecchio e nel cuore dell’ascoltatore è l’amalgama equilibrata e ben dosata tra le note peculiarità vocali del Nostro ed un sound strumentale, molto live band e caldo.
Da laptop a plettri & pelli non è una transizione banale ed immediata, al contrario occorre rivedere ogni singola fase dell’intero progetto, non lasciando niente al caso ed assumendosi comunque dei rischi. Ma se hai un talento importante e, soprattutto, uno stile ed una classe come quelli in dotazione a Ghostpoet, tutto diventa più semplice e naturale, quasi che l’uomo suonasse così da decenni.
Il risultato sono 10 tracce buonissime per un album elegante, affascinante e che gira alla grande dall’inizio alla fine, anche per merito dell’ampio spettro sonoro proposto e di featuring quasi esclusivamente femminili (Paul Smith dei Maximo Park quale unica eccezione) sempre ben dosati e calibrati. Difficile dunque segnalare un pezzo piuttosto che un altro.. Giusto per identificare l’intervallo stilistico proposto segnalo “Better not butter”, “That ring down the drain kind of feeling” e la preferita del lotto, “The pleasure in pleather”.
In conclusione, dischetto bello bello e che stuzzica molto in prospettiva live.
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