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Le Capre A Sonagli – Fauno

2015 - Autoproduzione
blues / rock / new-wave

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Tracklist

1.Celtic
2.Ciabalè
3.Tre e 37
4.Demonietto all’organetto
5.Serpente nello stivale
6.Giù
7.Nonno Tom
8.Uhaah!
9.Slow
10.Pausa pranzo
11.Anatra
12.Bobby Solo
13.Joe
14.Goo Porcaputtana

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Quello de Le capre a sonagli è un blues schizofrenico, pazzoide, volutamente sporco e animalesco poichè in realtà raffinato e curatissimo; tecnicamente ineccepibile, sperimentale, avanguardistico eppure diretto come uno schiaffo in faccia. La sensazione è che i loro suoni malati escano non dalle casse dello stereo, bensì dai lati più oscuri del nostro insconscio, estratti con violenza da un’essenza musicale primitiva, tribale, selvaggia.

Il loro è un senso ironico di trattare e concepire la psichedelia, filtrato forse dalle recenti esperienze dei conterranei Verdena, da cui tra l’altro sembrano ispirarsi per una certa tendenza a non far capire nulla di ciò che viene cantato. In questo senso i testi non sono propriamente definibili come tali, dal momento che si tratta più di parole utilizzate come suoni, apparentemente casuali quanto effettivamente efficaci, unite a versi gutturali e animaleschi, veri e propri belati (daltronde di capre si parla) e piccole narrazioni.

Il risultato di tutto ciò è un concept album Psycho-Blues diviso in quattro suite: “Piccolo di Joe koala”, “La suite del demonietto”, “…E ci si buttò” e “La fuga del cavallo defunto”, contenitori di canzoni che appaiono come piccoli capitoli di una favola assurda e allucinata, ambientata in boschi ocuri in cui l’uomo è soltanto un ospite nemmeno molto gradito.

In confronto al precedente e già comunque acclamato “Sadicapra” (2012), ci troviamo qui di fronte ad una maggiore freschezza e ad una limpidità artistica e creativa eccezionale, che denotao un livello di ispirazione davvero alto. La sensazione è di avere tra le mani e nelle orecchie qualcosa di piuttosto importante e che il mondo non potrà che rendersene conto a breve. Quindi avanti così, la strada è senz’altro quella giusta, se tutto va bene le aspettative diventeranno alte e sarebbe più che lecito fossero tali.

Loro sono Le capre a sonagli e hanno realizzato un disco che mai come in questo caso è giusto definire “bestiale”.

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