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Public Service Broadcasting – The Race For Space

2015 - Test Card
elettronica / post-rock

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Tracklist

1.The Race For Space
2.Sputnik
3.Gagarin
4.Fire In The Cockpit
5.E.V.A.
6.The Other Side
7.Valentina
8.Go!
9.Tomorrow

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La Guerra Fredda, “The Race for Space”, lo Sputnik 1, Kennedy e Gagarin, USA e URSS: Benvenuti negli anni sessanta.

Dopo l’acclamato debutto del 2013, i Public Service Broadcasting sono tornati per raccontarci, a suon di elettronica, l’unica guerra mai combattuta che l’umanità possa ricordare. È un concept imperniato intorno alla storia della conquista dello spazio, che abbraccia gli anni compresi fra il 1957 e il 1972.

Nulla è lasciato al caso, nemmeno la copertina: doppia, dedicata l’una agli USA, l’altra all’URSS. Che i Public Service Broadcasting fossero un gruppo eclettico e proteso alla sperimentazione era chiaro già dopo l’esordio. Il duo londinese conferma questa tendenza, proponendo un sound elettronico che raccoglie elementi post-rock e s’arricchisce di suggestioni che evocano davvero i viaggi nello spazio. Come se non bastasse, “Gagarin”, terza traccia (la migliore del lotto) presenta un levare funk grazie al lavoro dei fiati. Segue il brano più “drammatico”, quasi lugubre, che propone, col suo mesto incedere, il racconto del fallimento della missione Apollo 1, poi trasformatasi in tragedia. Le Smoke Fairies hanno collaborato alla realizzazione di “Valentina”: due donne per omaggiare, in musica, la prima donna nello spazio. Anche la chiusura (“Tomorrow”) si rivela all’altezza di un disco che, sia negli intenti, sia sull’aspetto più specificamente musicale si lascia tutto sommato apprezzare, pur senza brillare.

Nonostante la confluenza di diversi generi, la ripetitività è l’aspetto più negativo di un disco che, altrimenti, sarebbe da considerarsi di livello molto alto. In ogni caso, è un’altra buona prova per un duo che mette a nudo una spiccata creatività e che possiede, al di là di ogni dubbio, margini di crescita parecchio ampi.

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