A poco più di un annetto torna sulle scene il buon Thebe Neruda Kgositsile aka Earl Sweatshirt, già membro della crew Odd Future e dal qui presente tanto apprezzato per il precedente lavoro “Doris”.
“I don’t like shit, i don’t go outside” conferma appieno il talento e la personalità del giovane rapper statunitense (è del 1994…), concentrandolo questa volta in sole 10 tracce, come d’abitudine dilatate, impastate ed in grado di fare convivere, in spazi ristretti e limitati, flebili battiti elettronici con sonorità più calde e classiche, il tutto poi impreziosito da mimetici e stilosi samples black d’annata.
Le creazioni di ES sono sempre impegnative e difficili, tanto da etichettare quanto da metabolizzare. C’è infatti pochissimo spazio per la ritmica spicciola ed il sound easy listening, ma al contrario ogni pezzo necessita di più ascolti e di tanta tanta attenzione. Ed è probabilmente proprio questo l’aspetto intrigante della musica del rapper losangelino e che porta in pochissimo tempo l’ascolto dal livello “frequente” a “loop pressoché costante”. Ascoltare “Mantra”, “Grief”, “Off top” e “DNA” per credere.
An album by Earl Sweatshirt.
Undoubtedly.