Noisem, ovvero l’importanza del metal estremo nei rapporti tra fratelli.
Prendeteme me ad esempio. Ho una sorella più piccola e quando io ascoltavo gli Incantation o in generale qualsiasi gruppo prevalentemente americano che terminasse in “ation”, lei ascoltava i Take That. Il tutto a volume piuttosto elevato. Ca va sans dire, le litigate erano all’ordine del giorno anche perchè, una volta che le differenti sonorità venivano a contatto, il risultato era un marasma di proporzioni bibliche (ma al momento opportuno, per riportare la pace in famiglia e ristabilire l’armonia tra fratelli mi giocavo i Repudilation).
Ecco, i fratelli Phillips e Carnes, ovvero i Noisem (con l’aggiunta del signor (Bona) Ventura alla seconda chitarra) questo problema non lo hanno mai avuto. Sono giovanissimi (età media 20 anni), discretamente avvelenati e Blossoming Decay é il loro nuovo album che arriva a due anni esatti da Agony Defined del 2013.
Tutto quello che di buono era presente nell’esordio, viene messo a fuoco e riproposto in maniera riveduta e corretta in questo nuovo album che esce sempre per A389 Recordings (label culto del DIY e di certe sonorità poco educate).
Blossoming Decay è un concentrato dei primi Slayer (specialmente nel riffing di chitarra e nei solos), Repulsion, Napalm Death e una malsana e aggressiva attitudine hardcore/punk. I Noisem insomma non fanno prigionieri, suonando una bastardissima commistione di hardcore, thrash e death metal, con perizia e rispettosa devozione. Pur non inventando nulla di nuovo riescono nell’impresa di risultare non comuni, andando dritti al sodo, risultando credibili nel loro tributo. L’ascolto a questo punto é obbligatorio.
Avere vent’anni…