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Ólafur Arnalds & Alice Sara Ott – The Chopin Project

2015 - Mercury Classics / Universal / Deutsche Grammophon
classica

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Tracklist

1.Verses
2.Piano Sonata No.3: Largo
3.Nocturne in C Sharp Minor
4.Reminiscence
5.Nocturne in G Minor
6.Eyes Shut - Nocturne in C Minor
7.Written In Stone
8.Letters Of A Traveller
9.Prélude in D Flat Major ("Raindrop")

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Chopin è, senza dubbio, uno di quegli artisti classici ancora oggetto di enorme interesse da parte del pubblico, pure rispetto ad altri ben più gettonati.  La sua vita travagliata, il non essere mai stato apprezzato nella madre patria e invece essere diventato famosissimo altrove, la morte tragica e inaspettata in giovane età, contribuiscono a rendere il mito ancora vivo. Come ulteriore nota, ricordo che l’hanno perfino immortalato in un RPG giapponese in cui esplorate i suoi sogni mentre è sul letto di morte (sì sì, sul serio): Eternal Sonata, un ottimo modo di buttare una trentina di ore.
I suoi stupendi lavori, notturni ma non solo, rimangono ancora onnipresenti nella coscienza collettiva, pur se si tende sempre ad ascoltare sempre gli stessi e a tralasciare il resto.

E’ quindi con moderata sorpresa che ho accolto questo “Chopin Project”, realizzato da due artisti praticamente agli antipodi come la pianista giappotedesca (unione che ha il sapore di perfezione…) Alice Sara Ott e il caro folletto islandese Ólafur Arnalds. A proposito, sapete che il nostro suonava la batteria nella band harcore Fighting Shit? Andateveli ad ascoltare che erano clamorosamente bravi. Ok ok, prometto basta parentesi.
Il progetto vede una rielaborazione di alcuni pezzi classici, unita a un paio di composizioni originali di Olafur, a volte nettamente separate, altre insieme, più le rendizioni classiche sono state registrate in luoghi particolari, alla ricerca di un’atmosfera che si avverta anche nella mente e nei timpani dell’ascoltatore.
L’idea è di sovvertire la perfezione delle varie versioni registrate nel tempo dei lavori di Frederic, quindi non sorprendetevi se riuscite a sentire il respiro della Alice mentre suona Nocturne in C Minor, fa parte della bellezza del momento.
Momenti come Nocturne in C Sharp Major fanno uso di un quintetto d’archi, diretto da Arnalds, strumenti che il compositore polacco non ha mai usato, con risultati sicuramente buoni, ma non di interesse clamoroso per i non appassionati.
Molto meglio gli inserimenti degli archi in pezzi come Reminiscence, dove ben si avverte l’influenza di Olafur ben avvezzo all’utilizzo di questi strumenti in maniera sorprendentemente toccante. Written in Stone unisce perfettamente una composizione originale dell’artista islandese, che arricchisce anche con sottofondo ambient, al quartetto di archi, uno dei momenti più emozionanti dell’intero lavoro.
Letters of a Traveller rimane quasi sullo sfondo, delicata e atmosferica, sfociando poi nella perfetta versione di Prelude in D Flat Major da parte della Sara Ott.

The Chopin Project, per sua stessa natura, è un progetto particolare, non dedicato al grande pubblico, un lavoro pieno di emozione e affetto che colpirà sicuramente l’ascoltatore più sensibile e non necessariamente solo l’appassionato di classica.

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