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SGT. PAPER #1: “Like a vision: Bruce Springsteen e il Cinema”

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I libri a tema musicale come non li avete mai letti. Molti credono che la musica sia fatta solo di dischi. Io invece penso che la musica sia anche e soprattutto fatta di carta. La musica si sfoglia, tra i polpastrelli le vite di chi l’ha scritta. La musica è la vita degli altri. Gli angoli delle pagine a volte graffiano e fanno sgorgare il sangue, come le storie tragiche di tanti musicisti. Cosa sarebbe la musica se ci si limitasse ai solo dischi? Forse soltanto un insieme di note senza spiegazione.

“Like A Vision – Bruce Springsteen e il cinema”
Autore: Paola Jappelli e Gianni Scognamiglio
Editore: Graus Editore

“The screen doors slams, Mary’s dress waves
Like a vision..…She dances across the porch as the radio plays
Roy Orbison singing For The Lonely
Hey that’s me and I want you only…”

Ci sono pochi musicisti che hanno avuto un rapporto così complesso e intrecciato con il cinema. Bruce Frederick Joseph Springsteen è uno di questi, sempre che non lo si voglia annoverare tra le leggende viventi, e senza dimenticare le incursioni cinematografiche di artisti come Elvis Presley, o degli stessi intramontabili Beatles. Per il cinema il Boss è una miniera feconda da cui estrarre oro per le colonne sonore. E per il Boss le pellicole sono come diamanti con cui riesce ad arricchire e impreziosire le sue storie. Uno scambio reciproco quello tra il mondo di Hollywood e il rocker del New Jersey.

Ma la passione del Boss per il cinema non è quella del semplice spettatore e appassionato. È qualcosa di più profonda e viscerale. La musica di Springsteen supporta e completa le storie narrate nelle pellicole, che non possono non diventare più complete e umane. I dubbi e i sentimenti delle sue canzoni sono i dubbi e i sentimenti degli attori, e tutto questo viene sparato come una mitraglia negli occhi e nel cuore del pubblico.

Springsteen partecipa come un attore, pur vestendo sempre i panni del cantautore. Completa con la sua voce graffiante le pellicole, le rende più profonde. Merito di questo va senza dubbio anche all’altrettanto leggendaria E-Street Band. Le musiche riescono a cogliere atmosfere uniche, epiche, senza le quali il film sarebbe in qualche modo incompleto o compromesso. Provate voi a immaginare “Dead Man Walking”senza la straziante Streets of Philadelphia, tanto per citarne una. Sarebbe lo stesso film?

Storie da raccontare ce ne sono tante: storie di lotta sociale, che riflettono il disagio sociale ed economico di classe di lavoratori. Storie di operai, di casalinghe, di persone che soffrono e perdono tutto. Uomini e donne davanti alla morte, immerse nel loro ritratto di sofferenza. Nella sua arte ogni canzone potrebbe prestarsi al cinema.

Come dice lo stesso Boss: “Nei miei dischi io sono il regista”. E uno come lui, concedetemi questa visione, lo vedrei bene anche in un set hollywodiano, magari nei panni di regista aggiunto, con microfono e chitarra, pronto a dire “action!” seduto sulla sua sedia, o comodamente in piedi con la sua inseparabile Fender Telecaster.

“Like a Vision” ha il merito di raccontare un aspetto diverso e a volte meno esplorato del Boss, quello del cinema, con una grande carrellata di immagini e una fitta filmografia che racconta la “carriera cinematografica” di Springsteen. Forse rimarrete anche sorpresi dagli innumerevoli brani che sono stati utilizzati per le colonne sonore. E questo sarebbe un ennesimo capitolo che potremmo scrivere sulla vita del rocker. O magari un film?

Un volume che potrebbe continuamente aggiornarsi ogni anno, e che riuscirebbe a far apprezzare il Boss anche ai fan meno fedeli al culto springsteeniano e che, reciprocamente, potrebbe avvicinare al mondo del cinema anche i più fedeli seguaci del rocker americano.

Se ci fosse un film completamente dedicato a lui non potremmo che trovarlo ascoltando la sua discografia: sfoglieremo ritratti e immagini di un’America in continua evoluzione, l’America della gente comune, degli operai, delle casalinghe, di storie impolverate e chiassose in un paese in continuo movimento. Il tutto ovviamente sotto la regia del menestrello del Rock, Bruce Springsteen.

Del resto cosa sarebbe il cinema senza il Rock? O cosa sarebbe diventato il Rock senza il cinema?

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