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Interviste

Intervista a FRISINO

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Un disco di debutto, un disco d’amore per romantici (e non). Un cantautore pugliese, i rimandi al cantautorato storico rimanendo sulla strada di quello moderno. Una raccolta di vita, sua e di altri, che si concentra su testi sinceri e diretti, splendidamente scritti.

I protagonisti del tuo ultimo video, Non Deve Finire, sono due non più giovanissimi sulla spiaggia, che si divertono e (sembra di intuire) sono innamorati l’una dell’altro: è così  che vorresti andasse la tua vita?
Ho voluto riportare i due protagonisti che? all’interno della ?canzone vivono una storia estiva a ritrovarsi dopo tanti anni, per vedere ?se ?quella passione, quella voglia di giocare è rimasta intatta dopo tanto tempo. ?Ho trovato due persone giovani, con uno spirito e un’ironia travolgente che ci ha fatto divertire ?durante le riprese, ?creando un’atmosfera frizzante mentre giravamo?. Un giorno sì, mi ci vedo con la persona della vita a passeggiare sulla battigia?, su qualche spiaggia pugliese.

L’utilizzo del verbo “deve” nel titolo del pezzo non aggiunge una connotazione negativa? Non DEVE finire, anche se forse sarebbe meglio, bisogna fare di tutto perché una relazione non termini?
Non deve finire non ha un’accezione negativa, è come se ti dicessi?:? vorrei che fossi qui con me per sempre e che questa nostra estate non finisse mai?, nonostante le avventure, le serate, la fugacità di una storia estiva.? Se vuoi che una relazione non termini devi fare di tutto perché ciò non accada.

Antonio Frisino è un cantautore pugliese, si legge su molte biografie. Per colmare un grande dibattito, tu, se potessi scegliere, ti definiresti pugliese o salentino?
La Puglia per me è una, è la mia terra e personalmente mi trovo bene in ogni suo angolo, ci ?possono essere ?dei posti a cui uno può sentirsi particolarmente legato, nel mio caso Lecce?,? perché ci ho vissuto per quasi dieci anni, ?durante gli anni universitari??,? adesso non vivo più in Puglia e ne sento la mancanza,? ma resta sempre il posto dove vado per farmi cullare, per vedere il mare e mi sento pugliese in toto.

Le tue canzoni parlano d’amore che, si sa, non ha confini geografici: hai mai vissuto al di fuori della Puglia, dell’Italia? Ci sono differenze sostanziali sull’approccio umano al rapporto di coppia secondo te?
Non ho mai vissuto fuori dall’Italia e lo ammetto finora non sono neanche riuscito a viaggiare tanto, mi manca il fatto di non riuscire a conciliare tutte le cose e partire per fare un viaggio lungo e stare via tanto tempo. Pensa, quando ero ragazzino ero innamorato di Rimbaud e volevo andare in Africa, poi però il lavoro mi ha portato a Roma, che è una città difficile, che riesce a sfiancarti ma che non puoi fare a meno di amare e aver voglia di cingerla in un abbraccio quando ti regala certi scorci o certe stradine che da sole danno senso all’universo e le puoi trovare solo qui.
Tornando alle canzoni, sono frammenti di storie raccolte all’interno di un bar, storie vere che come ti dicevo sento universali. È anche il mio modo di sentire le cose, credo nell’empatia che si crea tra le persone, se c’è quella poi si può fare tutto, innamorarsi viene subito dopo e non credo ci siano differenze sull’approccio al rapporto di coppia.

Nei tuoi pezzi rimandi molto spesso al cantautorato italiano “storico”, anche se ti inserisci di diritto in un filone assolutamente più moderno della musica italiana. Quali sono le grandi differenze secondo te? Cosa è cambiato col passare degli anni in Italia dal punto di vista musicale?
Il cantautore è debitore al passato, vuoi per gli ascolti, vuoi perché veneriamo il mito di qualcuno che ci ha preceduto. Dal mio punto di vista sento l’importanza di un po’ tutta la scena del passato e in qualche modo da Tenco a Battisti e da Endrigo a Bindi li ho ascoltati tutti e li ho assorbiti tutti , come penso capiti a chiunque faccia musica.
La figura del cantautore poi, negli anni ?a mio avviso ?si evolve e cambia come cambia il mondo intorno e parla e si adatta in base alle circostanze e alla sensibilità delle persone. Dal punto di vista musicale siamo una generazione di precari con grandi sogni, forse a volte più grandi di noi, come dice Brunori, ma il bello è quello, sbattersi giorno per giorno per vederli realizzati e fare di ogni traguardo raggiunto una nuova partenza.

Le dieci canzoni che compongo il disco vengono chiamate “piccoli frammenti di vita”: quanti di questi si riferiscono direttamente alla vita da te vissuta, a tue esperienze personali?
M?i piace osservare le persone e nelle canzoni mi capita ?spesso ?di essere io non-io, cioè è come se fossi io a raccontare qualcosa che è successa ad un altro o che ho letto? da qualche parte. ?
Poi? però ci sono anche i fatti reali, la gente vera e le situazioni che ho vissuto?, ?come in Porta Napoli o come negli Analisti. Mi piace mischiare le mie esperienze e quelle degli altri e ?adoro? andare in giro per bar a sentire il polso delle cose, le storie, le confessioni e le risate. ? ?Poi una volta a casa da solo? me ne vado ?in cucina che resta il mio posto ideale?, oltre che per cucinare, anche? per scriver?e ed ?inizio a lavorare su una canzone.

Hai intenzione di proseguire incidendo canzoni sull’amore, sul rapporto di coppia, oppure credi ci sarà una brusca virata nei tuoi dischi futuri? Ci sono altri argomenti dei quali vorresti scrivere?
Continuerò ?a scrivere di quello che sento e che devo tirar fuori, sia esso amore, ambiente o economia. Non ho un genere di scrittura preciso o degli argomenti che preferisco più di altri. Faccio? ciò che sento e che mi muove al punto di prendere carta, penna e chitarra e partire?, magari un giorno mi piacerebbe realizzare un concept, però è presto per dirlo. ?

Spesso il tuo stile viene definito come un incrocio tra il cantautorato e il pop: sei d’accordo? Ti senti un po’ pop o sei un purista del cantautorato?
Non sono affatto un purista, anzi, mi piace il pop, mi piace mischiare e amo la melodia nonché la canzone da cantare sotto la doccia. Credo che sia uno dei lavori più difficili da fare, quello di tirare fuori melodie che riescano a prendere tutti o che ci provino in qualche modo. D’altro canto non perdo la mia natura di cantautore, cioè di autore che canta da sé quello che scrive e mi piace la commistione tra i due generi, è pop?(p)?antautorato?, che se lo scomponi diventa cantautorato pop-pante. Ci sta. Anch’io in qualche modo mi sento appena nato.

?Secondo te il mondo ruota davvero così tanto intorno all’amore? E se non lo fa, sarebbe meglio lo facesse?
Il mondo ruota intorno? ai soldi. ? ?Ma, all’amore da sempre? e all’amore sempre ritorna.? Adesso ti passo una mano sulla fronte e ti assolgo da tutti i tuoi peccati, vai in pace. Amor vincit omnia.

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