A 10 anni dall’esordio come solista Dallas Green si ripresenta con il quinto album in studio, un lavoro importante, decisamente più strutturato rispetto ai precedenti e che se da un lato vale quale conferma definitiva della carriera solista di DG, con buona pace quindi dei fan e pure dei membri dei fu (?) Alexisonfire, dall’altro ribadisce che la rotta intrapresa è quella definitiva, ossia pop rock melodico ed emozionale come se piovesse.
Le sole costanti di questa evoluzione sono la melodia e l’intimismo, con canzoni che se però inizialmente erano rigorosamente acustiche e basiche ora si fanno più elettriche ed elaborate, niente di rivoluzionario o sconvolgente sia ben chiaro, ma dall’esito comunque piacevole e coinvolgente. A dir la verità la svolta a livello musicale c’era già stata con il precedente “The hurry and the harm”, un album che seppur gradevole non convinceva appieno, un po’ perché canzoni sopra le righe non ve n’erano, un po’ anche perché il progetto City and Colour non pareva ancora pronto ad abbandonare cameretta e chitarrina.
Il merito principale di “If I Should Go Before You” è quello di fungere da perfetto trait d’union tra la rigorosa acusticità iniziale del primissimo Green e l’attuale versione, con il canadese sempre intimo e delicato ma supportato questa volta da una band corposa, completa ed in grado di mutare ambientazioni sonore donando così eterogeneità alle composizioni di un artista da sempre mono cromatico o quasi. Tale contrasto giova ad ognuna delle 11 tracce presenti nel disco, da quelle meno interessanti e riuscite a quelle invece decisamente più coinvolgenti tipo la kingsofleoniana “Woman”, “Friends” con quella meravigliosa melodia dolce e amara, “Blood” e la title track.
Concludendo, un album che non aggiunge sostanzialmente nulla a quello che si sente in giro da decenni, ma che pare sincero nonché scritto, arrangiato ed interpretato con eleganza e stile. E di questi tempi non è affatto poca cosa.