Lisa, una dirigente di un hotel di lusso, sta rientrando a Miami dopo una lunga attesa in aeroporto, qui s’imbatte accidentalmente in Jackson, un ragazzo che prima l’avvicina e poi le siede affianco in aereo dicendole che se non seguirà i suoi ordini farà uccidere suo padre.
I voli dagli ‘occhi rossi’, altri non son che voli notturni approntati all’ultimo istante dalle compagnie aeree per consentire alla clientela di tornare alle poprie abitazioni, se a questo aggiungete la lucida vena orrorifica del regista originario di Cleveland, che ha piegato ai propri voleri e soprattutto paure un pubblico, il poprio pubblico, con scene splatter e personaggi che han fatto scuola: Freddy Kruger e il delittuoso ‘Urlo di Edward Munch’ su tutti otterrete un prodotto in parte godibile e ben riusicito, seppure troppo breve per venire sviluppato nella sua completezza, nella quale Craven si limita a girare poco più di un’ora di film, portando in scena due attori abili e giovani, inizialmente si pensava ai più quotati Sean Penn e a sua moglie Robin Wright Penn, salvo sostituirli per dare sfogo a una coppia di volti nuovi del cinema che dieci anni or sono si affacciarono sul grande schermo. Il risultato finale è un pathos strisciante, una paura giocata su differenti piani: ce la farà Lisa a salvare il padre ignaro di quel che può accadergli e al tempo stesso a sventare i piani di questo sconosciuto che inizialmente pareva un semplice e possibile nuovo flirt? Al tempo stesso le fobie della persona comune navigano come sempre sotto traccia: La paura dell’alta quota così come quella per una violenza subita e mai confessata dalla giovane Lisa, ma non certo ignota al suo segregatore.
Una pellicola troppo stranamente passata in sordina per un maestro dell’horror e del genere in tal caso thriller la cui abilità è stata troppo spesso assocciata a Elm Street.