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Disclosure – Caracal

2015 - Island Records
elettronica / house

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Tracklist

1. Nocturnal (featuring The Weeknd)
2. Omen (featuring Sam Smith)
3. Holding On (featuring Gregory Porter)
4. Hourglass (featuring Lion Babe)
5. Willing and Able (featuring Kwabs)
6. Magnets (featuring Lorde)
7. Jaded
8. Good Intentions (featuring Miguel)
9. Superego (featuring Nao)
10. Echoes
11. Masterpiece (featuring Jordan Rakei)
12. Molecules
13. Moving Mountains (featuring Brendan Reilly)
14. Bang That
15. Afterthought

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A due anni di distanza dal loro esordio intitolato “Settle”, i due giovani fratelli inglesi Guy e Howard Lawrence, meglio conosciuti come i Disclosure, sono tornati con “Caracal”, disco che prende il suo nome dal robusto felino che abita i territori desertici del Medioriente e dell’Africa.

C’era un grande hype intorno all’opera, dovuto al larghissimo consenso ottenuto da “Settle”: in tanti s’aspettavano di poter celebrare gli astri nascenti della moderna UK disco, ma “Caracal” rischia seriamente di dividere critica e pubblico. Rispetto al passato, infatti, il cambiamento più evidente consiste nell’avvicinamento al pop: se da un lato abbiamo una deep house che rallenta, dall’altro abbiamo un UK garage ammorbidito rispetto all’esordio. C’è da constatare, comunque, come tutto ciò avvenga assolutamente senza eccessi, perché “Caracal”, nonostante goda di una maggiore fruibilità rispetto a “Settle”, è ben lontano dall’essere un disco ruffiano, grazie alla sua grande omogeneità e alla sua fluidità, anche frutto di arrangiamenti perfetti e una produzione assolutamente all’altezza, come è possibile evincere dall’ottimo trittico d’apertura (“Nocturnal” con The Weeknd, “Omen” con Sam Smith e il pezzo migliore del lotto “Holding On“ con Gregory Porter).
L’elettronica dei Lawrence non perde il suo piglio danzereccio, come dimostrano le ottime “Hourglass” e soprattutto, nel finale, la bomba da dancefloor “Bang That”, ma aggiunge una freccia al proprio arco: ora si presta anche al semplice ascolto (“Magnets”, realizzata con Lorde, ne è l’esempio calzante).

Ad onor del vero, a “Caracal” c’è davvero pochissimo da appuntare. Non ci sarebbe da stupirsi, di contro, se i detrattori dell’ultimo dei Disclosure s’appellassero a certe influenze pop ritenute troppo marcate o al fatto che i due giovani inglesi abbiano, sostanzialmente, detto poco di nuovo rispetto al passato. Chi scrive non è di questo avviso: l’apertura dei Disclosure non è figlia del desiderio di vendersi e pretendere già rivoluzioni sarebbe stato quantomeno disonesto, ragioni per le quali la promozione è ancora a pieni voti.

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