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Pagina 21 + Wicked Expectation + Wet Floor – FactoryCormano, Cormano (MI), 16 gennaio 2016

cormano

E’ il 16 gennaio ed in programma c’è una serata all’insegna della musica e della buona compagnia.
Si parte in direzione di Cormano, comune lombardo situato all’interno del Parco dell’Acqua, a nord della cosmopolita e caotica Milano.
La cornice è quella del FactoryCormano, uno spazio giovane e creativo che ospita numerose iniziative culturali, gastronomiche e musicali, nato sulla scia della celeberrima Factory di Andy Wharol : un ambiente carico di ispirazione, luogo di ritrovo per artisti che, ai tempi d’oro, ospitava feste ed attività di vario genere che coinvolgevano la letteratura, la scrittura, la recitazione e la musica.

L’ambiente è spoglio, essenziale ed a meno di mezzora dall’orario previsto per l’inizio dei live, i presupposti non sono confortanti. La sala è quasi deserta, tanto che non è nemmeno necessario sgomitare per riuscire ad accaparrarsi i posti migliori.
Contro ogni previsione, però, dopo qualche minuto, la gente comincia ad arrivare a gruppi, tanto da formare una fila all’ingresso. In men che non si dica, la sala si riempie ed i posti accanto al mio, vengono immediatamente occupati.
Ovviamente io mi sono conquistata subito la prima fila e tra una chiacchiera e l’altra, stiamo tutti aspettando che la musica abbia inizio.

La serata si apre all’insegna del rap ed i primi artisti a salire sul palco sono Hilti&TeaR (Mattia “Hilti” Marzola e Alessandro “TeaR” Zani), in compagnia di Federica “Libra” Cesarotti che, proprio in questa occasione, annunciano un cambio di formazione e la nascita di un nuovo progetto: i Pagina 21. I tre artisti cercano subito di coinvolgere il pubblico, chiedendo ai ragazzi presenti in sala di circondarli, avvicinandosi il più possibile al palco. La loro musica è fresca, giovane, coinvolgente ed i loro testi sono originali, piacevoli e non cercano di scimmiottare lo stile di artisti già noti o ricalcare le orme dei tanti rappers già conosciuti e sentiti mille volte.
E’ piacevole il contrasto tra le due voci maschili e quella dell’unica ragazza del gruppo, Federica, che ha un bel timbro vocale ed una presenza scenica travolgente, spontanea e frizzante.
Hilty, Tear e Federica sono simpatici, talentuosi, energici e riescono a coinvolgere proprio tutti, tanto che la risposta del pubblico è immediata ed entusiasta.
I ragazzi formano un bel gruppo ed è evidente che oltre ad una grande unione ed affinità artistica, ciò che li unisce è anche una bella dose di goliardia.
I brani che propongono sono : “Gira“, “Consapevole“, “Losing my tears“, “Una penna che va“ “E’ già inverno“, “Insomnia“, “You’ll never walk alone“ e la chicca “Resistance” che vede la collaborazione di Staglia dei Wet Floor e Clinico.
Così, tra brani recenti e passati e battute varie che accompagnano le canzoni, arriviamo al termine della loro esibizione.

E’ giunto il momento di un cambio di genere. Dal rap si passa alla musica elettronica ed il palco è tutto per i Wicked Expectation.
Gianluca, Andrea, Alessandro e Matteo vengono da Torino e ci portano le loro originali sonorità dal sapore internazionale.
Questa è la prima data del 2016 del loro Visionstour, che li sta portando a toccare diverse aree del nord Italia, al di fuori dei confini del loro caro Piemonte. Questa sera, però, i Wicked Expectation sono ospiti nella mia Lombardia e già dalla prime note, sembrano essere assolutamente a loro agio.
La scaletta segue esattamente l’ordine delle tracce del loro album “Visions” pubblicato il 26 settembre scorso. Si comincia quindi con l’ “Intro” e “Takeoff”, che catturano subito l’attenzione del pubblico, che appare assolutamente affascinato e rapito dalle atmosfere magiche e spaziali che i quattro ragazzi sanno creare.
“Falling in a photograph” è il brano successivo e le persone che mi circondano sembrano apprezzare molto il sound dei Wicked Expectation, tanto che alle mie spalle, sento arrivare numerosi commenti positivi.
“Night”, “Again” e “News” si succedono uno dopo l’altro, inframezzati da poche parole. Seguono “Back to the future”, “The Moon”, “Leaves in autumn” e “Hiding from nowhere”. Scarni convenevoli a favore della musica allo stato puro per i quattro artisti torinesi, che ci dimostrano quanto il coraggio di osare e sperimentare con suoni e strumentazioni non proprio convenzionali, soprattutto nell’ambito della musica italiana, possa tradursi in una scelta vincente.
Unica novità inserita all’interno della scaletta, e non presente nell’abum, è il brano “Back to the future“. E’ la prima volta che lo ascolto ma mi piace subito moltissimo e trovo rispecchi molto lo stile e la personalità dei Wicked Expectation.
I ragazzi, che non si esibivano live da circa un mese, non vedevano l’ora di tornare sul palco e gli effetti di questa crisi d’astinenza è più che evidente nel corso della performance.
I Wicked Expectation sono carichi e l’energia si manifesta ad ogni singola nota, pezzo dopo pezzo.
Questa potenza esplosiva raggiunge il suo livello massimo quando, durante l’ultimo brano “Hiding from nowhere”, Alessandro al basso e Gianluca alla chitarra, circondano il batterista Matteo in una sorta di cerchio che si autoalimenta grazie ad una spaventosa energia musicale.
I ragazzi formano un gruppo molto ben equilibrato, variegato ed i suoi membri sono perfettamente in armonia tra loro. Gli sguardi d’intesa scambiati tra Gianluca ed Alessandro sul palco, ne sono la prova inequivocabile.
Unica pecca nell’esibizione dei Wicked Expectation è stato un problema con il bilanciamento dei suoni. Un’eccessiva distorsione su una base a volume troppo alto ha generato fischi ed altre situazioni fastidiose non imputabili all’abilità indiscussa dei musicisti e alla loro preparazione artistica. Ritengo si sia trattato di un problema tecnico dovuto alla difficile sincronizzazione di strumentazioni tanto sofisticate. Tutto questo potrebbe anche essere legato all’abitudine del gruppo ad esibirsi in ambienti aperti o in spazi maggiormente ampi.
Conoscendo le eccezionali doti musicali della band, sono dispiaciuta perché penso che questo inconveniente li abbia notevolmente penalizzati.
Siamo quasi giunti al termine della serata quando i Wicked Expectation escono dalla scena e sul palco viene posizionata una serie di cartelli che segnalano la presenza di un pavimento bagnato.

Io, che ho già assistito ad una loro esibizione live, so che stanno per arrivare Staglia (Andrea Staglianò) , Luke (Luca Erba) e Coli (Marco Perego)…i Wet Floor (letteralmente “pavimento bagnato”). Sono proprio loro a concludere la serata. L’ultima band a salire sul palco ma non sicuramente in ordine d’importanza. “Last but not least” , come si suol dire.
I Wet Floor sono una garage rock band originaria della Brianza che, da qualche tempo, sta facendo conoscere al pubblico il suo ultimo album “Profezia in 12 pezzi “, grazie a numerosi live shows.
Già dal primo brano, è facile notare quanto affetto abbia il pubblico nei confronti di questa band.
I ragazzi si fiondano sotto al palco per sostenere i tre artisti e per cantare ogni singola canzone dall’inizio alla fine, rimanendo quasi senza voce al termine dell’esibizione.
Il sound dei Wet Floor è molto energico e sfiora generi diversi come l’indie, l’alternative ed il punk rock.
In scena sono a loro agio ed è evidente quanto l’ambiente dei live sia assolutamente il loro habitat naturale: i ragazzi si muovono con grande naturalezza ed in totale libertà e disinvoltura.
Sono sicuri e spigliati e questo è senza dubbio il frutto di anni di gavetta su palchi più e meno importanti. L’esperienza gli ha fatto acquisire la giusta dose di consapevolezza, che li porta a vivere il palco come un ambiente assolutamente famigliare.
L’interazione dei Wet Floor con il pubblico è grandiosa: le persone, durante la loro performance, sono tutte sotto al palco ad incitare la band, cantando a squarciagola le canzoni. Il pubblico non ancora sazio, al termine dell’esibizione trattiene la band sul palco per ascoltare un brano non presente in scaletta.
La serata è giunta ormai al termine ma, le sensazioni che si lascia alle spalle, sono assolutamente positive. E’ proprio in queste occasioni che ci si rende conto di come la buona musica made in Italy, non solo non sia mai morta ma non si sia mai nemmeno minimamente assopita. Tutto questo, grazie ai ragazzi che continuano ad investire energia, tempo e denaro per inseguire i proprio sogni e coltivare la loro più grande passione: la musica.

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(Foto di Marina Bonomi)

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