Della serie “quando meno te l’aspetti come una bomba, che va dal cuore in testa e testa e cuore si sfonda” (cit.), a 4 anni da quello che doveva essere l’album di commiato, alias “Post scripta”, torna nuovamente a sorpresa l’esimio Dottor Kaos con un altro bel gioiellone, il sesto per la precisione se si considera la sola carriera solista e ci si dimentica quindi di Radical Stuff, Melma & Merda e di svariate collaborazioni memorabili (Colle der Fomento, Neffa & i Messaggeri della Dopa, Chief & soci, Dj Gruff, ecc.).
Kaos come d’abitudine non sbaglia un colpo, colpisce costantemente duro ed in profondità, continuando ad evolvere ma restando sempre e comunque se stesso, riconoscibile fin da subito e non solo per l’inconfondibile timbro. K è un peso massimo, potente e diretto ma pure agile e scattante, maestro nell’alternare fotta a contenuti, rabbia a riflessione, tematiche social a momenti più riflessivi ed intimi, liriche immediate e dirette ad altre maggiormente impegnative e contorte.
A valorizzare il tutto troviamo strumentali, a ‘sto giro opera 100% di DJ Craim, che hanno l’enorme pregio di assecondare ogni singolo pezzo come meglio non si potrebbe, scortando rime e tematiche con stile e personalità, ma evitando sovraesposizioni ed eccessi.
Per dare poi ancora maggior peso al nucleo tutto il contorno è ridotto all’osso: promozione e marketing zero, track list & cover minimal, tracce che non raggiungono la doppia cifra e la miseria, si fa per dire, di 2 soli featuring alias Danno + il collettivo Good Old Boys (Kaos/Danno/Masito/DJ Baro/DJ Craim) al gran completo.
E come spesso accade la filosofia del less is more si rivela la miglior scelta possibile, soprattutto in anni nei quali la confezione, l’aspetto esterno, l’apparire, il social sovrastano contenuti e tematiche e dove anche “i sogni in questa vita hanno una data di scadenza”.
Disc-One!!!!