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Pinkish Black – Bottom of the Morning

2015 - Relapse
metal / experimental

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Tracklist

1. Brown Rainbow
2. Special Dark
3. I'm All Gone
4. Burn My Body
5. Everything Must Go
6. Bottom Of The Morning
7. The Master Is Away

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I Pinkish Black sono un altro di quei progetti che ho seguito con malcelato interesse da qualche anno, aspettando il momento e l’album giusti per fare coming out e dire al grande pubblico quanto facciano bene ai miei picchi depressivi.
Il duo è sempre stato un coacervo di negatività racchiusa in un bandolo di “post-rock” (addirittura qualcuno dice post metal, come vi pare) tra Krautrock e prog anni settanta annegato in tinte nerissime. Non a caso il loro nome deriva dal colore delle pareti del loro studio di registrazione dopo che il bassista del precedente gruppo ci si era sparato un colpo in testa. Viva la vida.

Dunque, credo sia finalmente arrivato il momento di dire che con Bottom of the Morning i nostri abbiano raggiunto la piena maturità, raccogliendo tutto il meglio degli ultimi due lavori e riducendo al minimo eventuali cali di attenzione.
Iniziando dalla lunga e lentamente avviluppante Brown Rainbow, l’oscurità e la morte echeggiano in ogni nota dell’organo del mellotron di Daron Beck e nella paziente batteria di Jon Teague.
Burn My Body è probabilmente il momento migliore dell’intero lavoro, arrivando sorniona a un climax emotivo potentissimo riecheggiato nelle alte note del sintetizzatore di Beck mentre la voce di questo viaggia alta e ostentoria, come una pira funeraria. Strepitoso.
Con pochi pezzi e in 45 minuti scarsi, i Pinkish riescono a ritagliarsi un loro spazio in una scena abbastanza affollata con il loro “depressive space rock” (questo l’ho inventato io, non me lo arrubbbate grazie).
Da non perdere anche la bonus track conclusiva New Dawn Fades, e sì, si tratta proprio di una cover dei Joy Division che, invece di essere coraggiosa e alternativa, è sottomessa e genuina, trasformata perfettamente come fosse scritta dai Pinkish Black e a malapena se ne nota la differenza, un miracolo.

Bottom of the Morning trova Jon e Daron in piena forma, affrontando morte ed eventi negativi (reali) nell’unico modo che sanno fare: a testa bassa, con funerea e sobria accettazione, però continuando a macinare strada con caparbietà. Forse ha senso chiamare i Pinkish Black “heavy metal”, ma l’accento lo metterei sull’heavy, visto che un ascolto loro è un macigno di cui non ti liberi certo facilmente.

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