Paolo Tarsi scrive tanto, suona per accompagnare l’arte nelle sue molte forme, organizza e partecipa ad eventi, sparge cultura e pubblica dischi. Fa un sacco di cose Paolo Tarsi, e le fa tutte bene.
Pubblica ora Furniture Music for New Primitives, secondo disco in due anni, e non lascia certo delusi: dalle collaborazioni si capisce subito, compone pezzi coadiuvato da personaggi da far invidia, come Der Maurer, Roberto Paci Dalò, i Junkfood e molti altri, e dal primo impatto non ci si può che aspettare una qualità altissima.
La si trova subito in Dreamtime, da lì in poi diventa molto difficile tenere traccia del passare dei brani, i suoni e le atmosfere si susseguono uno dopo l’altro senza sosta, cambiando e mutando con continuità e con discontinuità come se tutto fosse naturale, se tutti quei suoni fossero pensati per essere messi in quell’esatta sequenza da sempre. Rallenta e accelera (non troppo, immaginate, l’autore rimane pur sempre un compositore nella concezione più diffusa) e cambia i tempi, i ritmi, i toni, cambia tutto senza fretta, aggiungendo qualcosa solo quando c’è lo spazio per farlo, senza voler esagerare.
È un lavoro complesso, che va ascoltato con calma e con la giusta predisposizione mentale, pronti ad accogliere suoni che risveglieranno le orecchie e il cervello se si riuscirà ad ascoltarli e farli propri fino in fondo, per quello che sono.