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Lust For Youth – Compassion

2016 - Sacred Bones
indie / electro

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Il 2015 è stato il primo anno di silenzio, nell’ultimo lustro, per i Lust For Youth, formazione fra le più influenti, in ambito elettronico, di questa decade. Sono passati due anni da “International”, che aveva segnato un progressivo avvicinamento, per Hannes Norrvide e compagni, a ritmi più danzerecci: il “Compassion” di oggi sembra porsi in continuità con il passato recente della band.

Ce lo aveva preannunciato già “Stardom”, opener nonché primo singolo estratto: la lunghissima e ansiogena intro e i soffocanti riverberi rendono limpida l’atmosfera esattamente come è cristallina la voce di Norrvide. Il sound di oggi è più pulito rispetto al passato: ci sono meno increspature, è più lineare, meno sporco. Ma i Lust For Youth confermano di essere in possesso di grandi capacità compositive, muovendosi fra morbide ballate (“Display”), pezzi da clubbing (“Limerance”, “Sudden Ambitions”, “Easy Window”) e atmosfere oscure: il disco riesce nell’impresa di mantenere grande equilibrio nonostante i ritmi si alzino e si abbassino continuamente, nonostante i rimandi agli anni ottanta si mescolino continuamente con le spinte più moderniste. “Better Looking Brother” è uno dei pezzi più interessanti fra gli otto: i suoi sette minuti e mezzo (un quinto del totale del disco) ne fanno il manifesto artistico dei (nuovi?) Lust For Youth, perché capace di svelare tutte le molteplici sfaccettature di una natura cangiante.

“Compassion” è un bel disco: gli svedesi confermano di essere una delle formazioni più ispirate degli ultimi anni sulla scena elettronica. La band ha avuto il coraggio di cambiare direzione in maniera non troppo brusca, confezionando un altro disco il cui ascolto risulta parecchio gradevole dall’inizio alla fine, sebbene sia necessario più di un ascolto per comprenderne il reale valore.

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