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Primal Scream – Chaosmosis

2016 - First International / Ignition
synth pop

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Tracklist

1. Trippin' On Your Love
2. (Feeling Like a) Demon Again
3. I Can Change
4. 100% or Nothing
5. Private Wars
6. Where the Light Gets In
7. When the Blackout Meets the Fallout
8. Carnival of Fools
9. Golden Rope
10. Autumn in Paradise

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I primi mesi del 2016 sono stati tutt’altro che facili per il cuore di tanti musicofili, fra lutti, addii e grandi ritorni. Fra questi ultimi va annoverato quello dei Primal Scream, proprio nell’anno in cui “Screamadelica”, uno dei dischi più importanti degli anni novanta (e non solo), compie un quarto di secolo. Ma il passato recente non ha sorriso nemmeno agli scozzesi, costretti a dover metabolizzare la morte di Robert Young, nel 2014. “Chaosmosis” arriva a tre anni di distanza dall’ultimo capitolo di una carriera quantomeno onorevole, segnata da continue rivoluzioni, profondi cambiamenti e un’anima camaleontica che ha portato la band ad alternare capolavori a produzioni di transizione, lasciando intuire di potersi aspettare praticamente di tutto. Ma l’attesa per il disco era alta e – va detto chiaramente – non è stata ripagata.

Non è la pelle synth-pop, non sono i motivetti dance ma fin troppo facili a fare di “Chaosmosis” uno dei lavori più deboli di una discografia imponente, ma è l’ispirazione che manca, quasi totalmente. “Trippin’ On Your Love”, in compagnia delle Haim, apre con un sound acidulo che richiama “Screamadelica”: è un avvio positivo, per quanto non esaltante. Le successive due, però, faticano davvero a convincere: “(Feeling Like A) Demon Again” per il suo sempliciotto pop danzereccio, “I Can Change” costruisce con le strofe e distrugge col ritornello. È nei meandri di “Chaosmosis” che si cela il meglio: “Private Wars” è un’interessante parentesi romantica dalle sonorità folk e dalle atmosfere malinconico-sognanti, “Where The Lights Gets In” è un buonissimo pezzo pop realizzato in compagnia con Sky Ferreira e “When The Blackouts Meets The Fallout” riporta alla mente “XTRMNTR” col suo piglio rock sporco e ossessivo, mentre “Golden Rope” è il colpo di reni, col suo sapore stonesiano e l’attitudine dancefloor.

“Chaosmosis” è un’opera che lotta per raggiungere la sufficienza proprio perché è dei Primal Scream, un disco il cui giudizio complessivo è così severo perché è impossibile non pensare, mentre lo si ascolta, ai capolavori della band. Ma, come sempre, anche quando gli scozzesi sbagliano, c’è qualcosa di positivo, di bello, qualche passaggio da ricordare e non è utopica la speranza in un futuro ancora su livelli alti.

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