L’ultimo lavoro di Logan Richarson è sicuramente un fiume in piena.
Un’orgia “riflessiva” di post-bop, di suoni funky, jazz di varia estrazione nera. Complici i bravissimi Pat Metheny, Jason Moran e una sezione ritmica da urlo composta da Harish Raghavan al basso e Nasheet Waits alla batteria che vestono di luce ogni brano. Il cd si riallaccia al linguaggio di Coltrane, Kenny Garret e Greg Osby, artisti fuori dagli schemi ma perfettamente inseriti in una cultura zen, che aggira le ovvie matrici soniche che ci circondano.
Undici pezzi da assimilare subito con ritmi meticci e improvvisazioni che vanno in zone di (onde) nuovissime. Alone, Slow, Mind Free, le tracce che ci porteremo in corpo per molto tempo.