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Sumac – What One Becomes

2016 - Thrill Jockey Records
sludge / doom / noise

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Tracklist

Image of Control
Rigid Man
Clutch of Oblivion
Blackout
Will to Reach

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Torna il super gruppo Sumac formato dal mitico Aaron Turner (Isis, Old Man Gloom, Mamiffer),  Nick Yacyshyn (Baptists) e Brian Cook (Russian Circles) con una granata sonora dal titolo What One Becomes.

Immaginate What One Becomes come una fusione tra il doom più magistrale dei Teeth of Lions Rule the Divine(Sunn O))) + Cathedral) e il rumore imperante di Radiance of Shadows del progetto Nadja. Aggiungete la rabbia dei Baptists, la potenza oscura del progetto Old Man Gloom in No ed infine la classe e l’eleganza di Oceanic degli Isis. Cosa può nascere? Sicuramente l’ennesimo grande disco che vi prende, vi frulla, vi succhia e poi vi sputa per terra. Tra droniche tentazioni, violenza da strada e variopinti percorsi sonori i Sumac sono riusciti a superarsi. The Deal, il precedente album, pur essendo di ottimo livello non è niente in confronto a questo. Dalla copertina di What One Becomes fino alla composizione e alla registrazione c’è un notevole salto in avanti. Cinque canzoni che non saranno immediate da assimilare ma che non si leveranno di sicuro dalla testa. È uno di quei dischi che dura nel tempo e non smette mai di essere emozionante. In What One Become le strutture sonore hanno una tessitura migliore e ottengono un guadagno sia a livello di qualità del suono che di varietà musicale. C’è una forte tensione e senso di ansia che galleggia nell’aria e che percepisce già nell’iniziale Image Of Control. Anche i momenti più quieti sembrano dei spezzaossa e non lasciano il tempo di riprendere il fiato. Particolari i frammenti di rumore assordante che trovano il loro apice nella parte centrale di Rigid Man, altro ottimo esperimento dei Sumac. Più ritualistica, oscura ed esoterica la seguente Clutch of Oblivion che potrebbe stare benissimo in un disco come Station dei Russian Circle. Blackout è la mia preferita. Forte la presenza di elementi industriali e ritualistici che danno un certo tocco di esotericità al pezzo. La batteria è ultra marziale, la voce sembra uscire da una marcia militare. Poi la canzone si apre in silenzi seguiti da attimi di tensione dopo l’esplosione di una bomba atomica. Colonna sonora immaginaria per il progetto Manhattan. Infine Will to Reach, molto più gaggia e piaciona: ha stile, fa muovere la testa e spacca i culi. Un finale davvero esplosivo.

L’ampio mondo di provenienza dei Sumac inizia a diventare sempre più piccolo e con sempre più gruppi validi. Tuttavia Turner, Yacyshyn e Cook sanno il fatto loro e confezionano un gran lavoro chiamato What One Becomes. Esteticamente bello, musicalmente potente e vario. Non hanno alcuna remora nel prendervi e farvi soffrire. Sentirete ancora parlare di loro.

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