Ad un anno da un ottimo album d’esordio tornano i Pashmak, spinti da nuove ondate sonore e nuovi generi che nel frattempo si sono emulsionati nelle loro teste con tutto ciò che era già costruito.
Fanno diversi passi in diverse direzioni, riuscendo comunque a farli tutti in avanti, creando 14 minuti splendidamente internazionali e incredibilmente nuovi, alternando ritmi elevati a pezzi di natura introversa.
Spinta elettronica e anima rock sono due dei molti volti del quartetto, che passano dal beat che accompagna la voce in Indigo alla semiballata elettronica di Kamikaze e alle sue percussioni esotiche.
Un disco da inserire su una scena molto più ampia di quella italiana, che demarca con decisione la grande capacità di un gruppo giovane e multiculturale che promette di essere in grado di lasciare il segno in grande stile.