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PIXIES – Flower Festival, Collegno (TO), 21 Luglio 2016

Pixies-2016

…Ma l’hanno fatta “Where is my mind”? (la risposta alla fine dell’articolo)

Per fortuna ho incontrato l’amico più vecchio: quello che ha già superato i trenta e spesso dispensa consigli di lettura e di ascolto, insegnandoti (quasi) sempre qualcosa di nuovo. É accaduto anche sta volta, durante quest’unica data italiana dei Pixies, a Collegno. Il consiglio è stato quello di non pensare alla band di Black Francis come ad uno dei tanti gruppi caratterizzanti il rock novantino, bensì al pilastro di un intero genere musicale, di un’ intera epoca e, di conseguenza, di un’ intera generazione. Insomma contestualizzare la band americana nel fatidico passaggio tra la musica degli anni ’80 e quella del decennio successivo, immaginandoli come una porta spalancata su un (allora) nuovo mondo. Poi non importa che i Nirvana siano diventati più famosi; daltronde di una cattedrale ci si ricorda delle guglie, non certo delle fondamenta, anche se senza queste ultime…

Comunque sia, a parte queste elucubrazioni storico-musicali su cui ognuno ha diritto ad avere le proprie opinioni, l’importanza dell’evento è indiscutibile. Nonostante la pioggia estiva, il pubblico c’è e vuole godersi ogni nota, dopo un’attesa di quasi 3 ore, diverse birre e qualche hamburger km0. Attesa che viene ripagata da una scaletta fittissima e ottimamente studiata, composta da canzoni notoriamente brevi ma intense, inframezzate da pause quasi inesistenti e suonate con ordine, compostezza, precisione chirurigica, bandendo strabordanti finali o alterazioni concertistiche. La voce unica, perfetta e incredibilmente versatile di Francis, le mille chitarre di Joe Santiago e l’incredibile potenza dell’ormai cinquantacinquenne batterista David Lovering trasmettono un senso di sicurezza ed esperienza, un feeling pazzesco tra di loro e tra ognuno di loro e il proprio strumento, che si tramuta in piacere per gli occhi e per le orecchie di chi assiste alla performance.

Completamente diverso lo show dei Ministri nazionali, che realizzano un dignitoso opening act, racchiudnedo in un’ora di casino quello che solitamente fanno in due ore e mezza. I minisitri si sa, sono meno sobri dei pixies e da un certo punto di vista si potrebbe dire più generosi, anche in una situazione come questa, in cui il pubblico, per la maggiorparte pixiesiano, si è rivelato poco generoso con loro (i soliti “basta”, “vogliamo i Pixies” e schifezze varie).

L’austera archeologia industriale delle Lavanderie a Vapore di Collegno, si colora così delle molteplici forme del rock alternativo, all’interno di un festival che ha il merito di aver riportato i Pixies in Italia, con l’ormai riuscita formula del contrasto generazionale. Serata memorabile insomma, pioggia estiva inclusa!

…Si, l’hanno fatta.

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