Partono blues, country. Chitarra distorta che si spinge in un ritmo incredibile, già proiettati oltreoceano, mantengono una sostanza incredibile per tutto il disco.
Incappano nel folk (Blind Wandering) e continuano nel rock (Undertow) senza battere ciglio, sembrano essere in grado di esplorare l’intera cultura musicale americana pezzo dopo pezzo, mescolando e innovando i palesi rimandi ai grandi stili musicali che sono impossibili da non riconoscere.
Si torturano in Reviver sulle orme del grande blues tornando country folk un pezzo dopo, poi di nuovo rock e poi bisogna smettere di descriverli per lasciare spazio all’ascolto.
Un viaggio incredibile, soprattutto per la concezione italiana contemporanea, che rapisce pezzo per pezzo e non stanca davvero mai, si dimostrano più che capaci di spianarsi un futuro roseo costruito e rielaborato sui fasti di un passato imperioso: saperlo riproporre senza scadere nel già sentito è un’impresa eccezionale che compiono con maestria.