AIR è l’acronimo di Amour, Imagination, Rêve e il nome di una delle più importanti formazioni francesi della nostra epoca. Il duo è formato da Jean-Benoît Dunckel, professore di matematica e studioso di musica classica e Nicolas Godin, studioso di architettura e grande appassionato di musica elettronica. L’incontro fra due passioni prima e il sodalizio artistico poi hanno dato vita a una band praticamente unica, il cui stile rifiuta qualsivoglia coordinata ma finisce per essere inevitabilmente inconfondibile: chi li ha definiti trip hop ha dovuto prendere coscienza della ristrettezza di una definizione che si è poi evoluta in “easytronica”, coniata appositamente per i due francesi.
Oggi, a vent’anni dalla loro prima uscita discografica, sono tornati raccogliendo alcuni fra i loro migliori pezzi e aggiungendo inediti, b-side e, nella versione deluxe di Luglio, anche alcuni remix. Ne vien fuori un lavoro capace di mettere d’accordo tutti: i fan di vecchia data troveranno piccoli pezzi di storia, i neofiti degli AIR una buonissima base di partenza per addentrarsi in un mondo fatto di elettronica e psichedelia, di confessioni kraut e di incontri ravvicinati con la musica classica e i suoni sintetici di un’era fa. Nella prima parte sono stipati i pezzi più datati, dal trittico targato “Moon Safari” (“La Femme d’Argent”, “Kelly Watch The Stars” e “Sexy Boy”) a “Playground Love” interpretata da Thomas Mars dei concittadini Phoenix, passando per i suoni sospesi di “Cherry Blossom Girl”. Le carezze di “How Does It Make You Feel” anticipano pezzi come “Le Soleil Est Près De Moi” e l’eleganza del pianoforte di “Land Me”. La seconda parte, invece, è quella capace di alimentare maggiormente la curiosità, perché i francesi hanno sistemato lì tutti i pezzi inediti. Fra i quattordici brani provenienti dagli archivi, troviamo la jazzata “Adis Abebah” e la soffusa “Au Fond du Rêve Doré”, mentre la baldanzosa “Roger Song” si lascia preferire, e non di poco, alla sitar-centrica “Indian Summer”.
Inutile negare che il cuore pulsante dell’opera sia la parte dedicata ai classici, ma altrettanto doveroso è sottolineare come il fascino della scoperta renda la seconda parte una tappa necessaria quantomeno per chi segue gli AIR da più tempo.
https://www.youtube.com/watch?v=DjTERXcdU38&list=PL1kJEhNC8ir0O3T_HdEwfOPolmBexkkuQ