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Totenmond – Der letzte Mond Vor Dem Beil

2016 - Massacre Records
death / crust

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Tracklist

1. Die Entheiligung des blasphemischen Josef und der Ewige Regen
2. Hölle mit Hof
3. Blut auf Krank
4. Kehrwoche
5. Tötet den König
6. Zu den Waffen
7. Fort von Gott
8. Giftköder
9. Into The Fire
10. Die Salbung

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Ero un dolce brufoloso frugoletto di quattrodici anni quando lessi una recensione di Reich in Rost sul caro vecchio Rockol e le parole “brutale” e “terzo reich” andarono immediatamente a depositarsi nella mia impressionabile mente. E chi era ‘sto gruppo nazista che aveva il coraggio di fare questa musica e piazzare addirittura l’aquila in copertina? Ovviamente non trattavasi di gruppo di estrema destra né tantomeno di inno nostalgico di alcun tipo, i Totenmond in realtà sono un trio anarchico devoto a una sorta di crust core/death/punk che spesso sfugge ogni possibile definizione, cambiando spesso stile sin dal loro debutto nel 1996 con Lichtbringer.

I tre hanno così tanto seguito in madre patria che il loro ultimo lavoro è addirittura entrato al 48esimo posto nella classifica degli album nazionali, figuriamoci, dopo otto anni di silenzio.
Il discorso musicale riprende da dove si era interrotto con quel macigno di Thronrauber e già la copertina ci anticipa il piattino succulento che ci attende, considerando che si tratta della cella della Fortezza di San Pietroburgo dove il famigerato anarchico russo Bakunin soggiornò per diverso tempo.

La partenza con Die Entheiligung des blasphemischen Joseph und der ewige regen (la desacrazione del blasfemo Joseph e la pioggia eterna) ci fa accomodare con tutta calma, un inizio atmosferico con uccellini e basso che incespica e riparte in sottofondo a là One of These Days, per poi lasciare spazio ai sussurri inquietanti di Pazzer e l’esplosione rabbiosa nel finale che dura giusto quell’attimo per darti una buona dose di inquietudine. Neanche il tempo di rendersi conto dove siamo e si riparte subito con l’hardcore stile classico di Holle mit hof, adesso siamo proprio in territorio familiare per i tre tedesconi.
In Blut auf Krank si riaffacciano le influenze doom dei nostri (mai particolarmente ben nascoste a dirla tutta), con un andamento marziale e le strofe con il vocione di Pazzer che rimbalza sui muri; prosegue così fino alla sferzata finale con l’urlo rabbioso del nostro che sembra doversi schiantare contro i vostri timpani.

Da segnalare anche la comparsa della prima (che io ricordi almeno, liberissimi di correggermi) canzone in inglese del gruppo, Into the Fire, proprio la cover dei Deep Purple, dove andiamo a scoprire che ovviamente non cambia molto nel prodotto finale, anche se l’andazzo quasi cock-rock nei nostri è quanto meno sorprendente. Liricamente non ci si sposta da argomenti di anarchia e religione, ma come non citare quando Pazzer sottolinea come dio sia una buona scusa per giustificare anche la causa più torbida con “Dio è una puttana che tutti possono scoparsi?”. Olè.

I Totenmond son tornati e non c’è più scampo per nessuno, hardcore/crust/doom/punk sparato a duemila con vetriolo di condimento. Mettete a letto i bambini e immergetevi nel loro nero reame di terrore.

https://www.youtube.com/watch?v=xV0POpXZf_s

 

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