Settimo lavoro per la Regina dell’anti-folk.
Tra magiche ballate e pezzi frenetici, l’eccentrica cantante dalle origini russe torna con un album vivo, acceso, un sogno vivido che cambia scenario di continuo ma che lascia spazio alla voce e al pianoforte indiscutibili di Regina Spektor.
Il pop rapito di Regina Spektor, le sue atmosfere trasognate, il racconto di una vita attraverso toni fantastici ed ironici.
Dai sintetizzatori della lunatica “Bleeding Heart”, traccia d’apertura che esplode all’improvviso, alla malinconia di “The Light”, dai ritmi ossessivi della suggestiva “Tornadoland” (una vera e propria scalata dal buio più denso verso la luce) al climax dell’allegorica “The Trapper and the Furrier”, la Spektor evoca immagini precise, simboli di sentimenti, di persone, di storie.
Un pizzico di elettronica che circonda gli strumenti, che li avvolge delicatamente.
Una ricerca del suono accurata ma mai esagerata. La semplicità e la capacità di un’artista di creare grandi cose con pochi elementi. Una sorta di musical stravagante con pochi personaggi, con protagonista la voce limpida di Regina Spektor.
Il dolore, la rabbia ma anche la voglia di uscire da un tunnel oscuro, la forza di riuscirci.
Un disco fiabesco e appassionante.