Intimismo. Poetica. Passionalità. 3 parole per sintetizzare questo “Kindly now”, nuova fatica di Keaton Henson, un lavoro che punta ed arriva dritto al cuore, che commuove e tocca in profondità grazie a liriche intime e delicate, egregiamente supportate da sonorità acustiche ed arrangiamenti minimali ma di pregevole e minuziosa fattura.
Henson, spaziando tra Damien Rice e un Jeff Buckley privo o quasi di corrente elettrica, individua per ognuna delle 12 tracce il giusto sentiero melodico e lo percorre con tatto e grazia, evitando attentamente di intaccare la vegetazione circostante.
Davvero arduo, dunque, individuare e segnalare una traccia piuttosto che un’altra. Pare al contrario più semplice individuare i rarissimi episodi che non convincono appieno, ossia quando Henson scivola in ambientazioni indie pop leggermente più esuberanti, non incidendo ed andando anzi fuori tema. Fortunatamente trattasi di sole/i 3 tracce/intermezzi, cioè l’iniziale “March” + “Gabe” + “Holy lover”, gradevoli ed orecchiabili sì ma, per l’appunto, nulla di più.
Al di là di queste che sono inezie, “Kindly now” è nel suo insieme un gran bel disco, elegante, sincero e da ascoltare e riascoltare in solitaria, preferibilmente con una confezione di kleenex a portata di mano.