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Hey Satan – Hey Satan

2017 - Cold Smoke Records
Heavy Rock, Alternative Rock, Stoner

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Tracklist

  1. Fallon City Messiah
  2. Legal Aspect of Love
  3. Sunshine Blues
  4. In Cold Blood
  5. 1991
  6. Song for a Lost Mariner
  7. Red Light Women
  8. Bastardizer
  9. Black Flags Down
  10. This Meat Stinks, Honey

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I latini dicevano: “Nihil sub sole novum”o per meglio dire “Sotto il sole niente di nuovo”. Sentendo la prima fatica degli svizzeri Hey Satan, dal titolo omonimo al nome della band, mi è venuta in mente questa frase. Il terzetto elvetico, composto da François Barras, chitarra e prima voce, Laurent Macquat, voce e chitarra e Frank Matter, batteria, nasce ufficialmente proprio con questo primo disco.

Precedentemente la band ha registrato solo un paio di singoli, In Cold Blood  nel 2015 e Fallon City Messiah nel 2016, che poi ha inserito in questo album. Quindi siamo proprio al battesimo del fuoco per questo gruppo e, sinceramente, i ragazzi sembrano sulla strada giusta. Anche se ci sono alcuni “ma”. Riprendendo il filo delle riflessioni latine del preludio, posso dire che come stile non ci sono particolari novità in quello che François e compagni propongono, anche se tecnicamente il disco è ben preparato e ben eseguito.

Con una copertina che riporta immagini esoteriche, una donna nuda e tentacoli di un leviatano sullo sfondo, tutto ben stilizzato e realizzato con colori che rievocano le fiamme dell’inferno, ci prepariamo ad immergerci in questa esperienza musicale sicuramente molto rock. Fallon City Messiah, brano già noto, ripropone un sound simile agli Audioslave. Tuttavia, la struttura del pezzo è buona e la chitarra distorta e bassa di Macquat rende molto bene l’aggressività del pezzo. Con un intro di batteria che ricorda quasi Dead Souls dei Joy Division, Legal Aspect Of Love, non cambia le linee guida del brano precedente. Così come Sunshine Blues, anche se il riff di chitarra blues, quasi Led Zeppeliniano, dà sicuramente qualcosa in più al brano.

In Cold Blood, forse uno dei primi pezzi in assoluto della band, risentiamo quelle sonorità hard rock e alternative con cui l’album è partito e dalle quali fatica a distaccarsi. Con 1991 rientriamo invece in un sound più rock blues a tinte stoner, dove la chitarra di Macquat è precisa nello scandire i riff e l’assolo che dà la giusta energia al brano. Nella parte iniziale, Song For A Lost Mariner sembra uscita da un album dei Rage Against The Machine, ma poi riprende sempre quel sound alternative metal, sempre ben eseguito, ma che continua a dare un senso di ripetitività al disco. Anche il riff di Red Light Women è degno della chitarra di Tom Morello, poi il brano si incupisce con tinte hard e sfumature doom: forse il pezzo più convincente dell’intero disco.

Nella frenetica Bastardizer la voce di François urla tutta la violenza del pezzo con buona padronanza, sul genere Corey Taylor dei primi Slipknot, anche se con toni meno cupi. Black Flags Down parte lenta, quasi come un brano dei Sound Garden, ma poi ripropone lo stesso identico stile, fin qui ascoltato. Giungiamo così a This Meat Stinks, Honey!, pezzo strumentale, con il quale il gruppo elvetico pone fine al suo primo album: ci si rende conto, come nel resto del disco, che Macquat e Matter non scherzano con i loro strumenti e sanno dare sonore sferzate di rock aggressivo e genuino.

L’album sfoggia buona tecnica e anche voglia, molta voglia, di fare bene. Peccato per il fatto che il sound proposto non sia nulla di particolarmente originale. Le varie scuole, dai Rage Against The Machine  fino ai Sound Garden, agli Alice in Chain e soprattutto gli Audioslave influenzano profondamente questo disco. Ma le basi ci sono tutte, personalizzando un po’ lo stile, facendolo più proprio, gli Hey Satan potranno aspirare a fare dei loro futuri progetti degli ottimi lavori.

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