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You Me At Six – Night People

2017 - Infectious Records
alt-rock / pop-punk

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Tracklist

1. Night People
2. Plus One
3. Heavy Soul
4. Take On The World
5. Brand New
6. Swear
7. Make Your Move
8. Can’t Hold Back
9. Spell It Out
10. Give


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Che il quintetto originario di Weybridge ne abbia fatta di strada, e in poco tempo, è fuor di dubbio: la band composta da Josh Franceschi (voce), Chris Miller (chitarra solista), Max Helyer (chitarra ritmica), Matt Barnes (basso) e Dan Flint (batteria) ha da poco visto pubblicato, via Infectious Records, il suo quinto album in studio.

Night People infatti, arriva a ben tre anni di distanza da Cavalier Youth e trova immediatamente una perfetta collocazione nel panorama alternative rock/pop-punk. Registrato a Nashville, prodotto da Jacquire King (noto per la sua collaborazione con i Kings of Leon) e infine mixato da Andrew Scheps (Red Hot Chili Peppers, Adele), questo nuovo disco segna un passo in avanti nel percorso maturazione artistica di una band che sembra inarrestabile.

Il sound del disco è ben bilanciato: l’atmosfera energica e dinamica creata fin dalle primissime note della titletrack iniziale, poi ripresa più volte nei pezzi successivi, lascia immaginare una notte popolata da giovani che si riversano nelle strade o affollano i locali per scatenarsi al ritmo di riff di chitarra incalzanti. Una vaga idea di caos notturno evocata anche dalla copertina dell’album –che probabilmente non avrebbe potuto essere più azzeccata-, in cui il logo del gruppo appare sulla saracinesca di un garage in un vicolo scarsamente illuminato. I colpi di batteria sono netti, decisi, incessanti e danno vita ad un ritmo trascinante sul quale sia la voce sia le chitarre distorte s’innestano a opera d’arte. Brani come Swear, che presentano un attacco molto ritmato, si avvicinano allo stile dei Green Day, mentre altri come Make Your Move e Can’t Hold Back si rifanno a una matrice più hard rock come quella degli Halestorm.

Ma se da una parte c’è un’energia sregolata e incontrollabile, dall’altra ci sono anche pezzi tranquilli, in forma di ballad (Take On The World) o che si basano su un accompagnamento acustico (Give); poi c’è ancora qualcosa dalle note più cupe, dal suono inquietante e misterioso come Spell It Out.

Una gran bella realizzazione per gli You Me At Six, un disco eterogeneo, dal suono fresco, che conferma ancora una volta che la band inglese ha ancora molto da dire e ha ormai dato inizio a un processo d’inarrestabile evoluzione artistica.

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