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Colombre – Pulviscolo

2017 - Bravo Dischi
indie pop

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Tracklist

1. Pulviscolo
2. Fuoritempo
3. Blatte ft. Iosonouncane
4. T.S.O
5. Dimmi tu
6. Sveglia
7. Bugiardo
8. Deserto


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Dietro il nome Colombre c’è Giovanni Imparato, cantante/musicista marchigiano già attivo da qualche anno con la sua band Chewingum (2 album pubblicati , diversi Ep tra cui l’ultimo registrato insieme a Maria Antonietta, con cui co-produce pure l’album “Sassi” e l’accompagna in tour dal 2013).

Le registrazioni del suo debutto solista iniziano nell’estate del 2016 ed il 17 Marzo esce “Pulviscolo” per Bravo Dischi.
Colombre è il nome di un mostro marino in un racconto di Dino Buzzati che Imparato prende in prestito e con cui descrive in musica e parole squarci di vita vissuta fatti di incertezze, delusioni, paure ed ironica malinconia attraverso 8 dolci tracce che vogliono affrontare a testa alta i momenti di debolezza in un tempo abbastanza breve, dato che sommate arrivano a stento ai 25 minuti.

Ad aprire il disco c’è la title-track Pulviscolo, fatta di spontanee dichiarazioni all’indomani della fine di un amore, in cui il testo e la musica si legano alla perfezione creando un tappeto sonoro sognante ricco di organi in sottofondo, leggere note di tastiera e voce lenta e calma, effetto ancor più accentuato dall’ottimo videoclip diretto da Letizia Cesarini (meglio nota come Maria Antonietta). Si prende ritmo con la seconda Fuoritempo, canzone veloce e spensierata sostenuta da tastiere e chitarre più marcate e che strizza l’occhio all’ indie-pop pienamente british à la Belle and Sebastian e gioca con il titolo stesso del brano stravolgendo le tempistiche tra voce e strumenti verso il finale.
La terza “Blatte” vanta la collaborazione non trascurabile di IOSONOUNCANE: l’intro di tastiere semi-distorte unite alla batteria ben ritmata accompagna un testo quasi cinico, in cui Jacopo Incani partecipa aggiungendo cori soul con un ottimo effetto complessivo. Si giunge poi a metà del disco con T.S.O: tre minuti lisergici in cui a far da padrone sono note tremolanti di sintetizzatori, coretti e voce melodica e tranquilla.

Gli organetti saltellanti, gli accordi di chitarra quasi funky, i cori sincopati e il cantato dolce e sostenuto di Dimmi tu riprendono un certo tipo di pop dagli accenni 70s, affine al sound di debutto del collega contemporaneo Giorgio Poi.
Sullo stesso percorso si muove l’ironica ed acerba Sveglia, che evoca un clima soleggiato d’estate californiana con veloci schitarrate in chorus e brevi e decisi arpeggi di tastiere.
Intima e malinconica piccola ballad di stampo soft-pop è la settima Bugiardo , “canzone legata a molti anni fa per una cosa che dovevo dire a me stesso, e quando ho preso coraggio di dirla il testo è uscito in modo abbastanza naturale […]” a detta dello stesso Colombre. Arriva infine Deserto a chiudere il disco: riprende i ritmi più lenti e l’arrangiamento si fa più scarno privilegiando chitarra e voce fino al ritornello d’atmosfera eterea che continua lentamente fino alla fine dell’album.

Quello di Colombre è un ottimo esordio, racchiude in sé diversi stili e diverse sfumature e quasi fugge dall’essere inserito in quel vasto calderone di “indie italiano” che raggruppa i tanti nomi del neo-cantautorato italiano figlio degli anni 10: è un disco breve ma ricco di elementi ben amalgamati tra loro in cui una scrittura diretta e sincera racconta esperienze di vita comune legandosi magistralmente, grazie a un talento compositivo dell’intero gruppo, ad un pop vario e variegato e di piacevole ascolto.

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