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Lorde – Melodrama

2017 - Republic Records
pop

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Tracklist

01. Green Light
02. Sober
03. Homemade Dynamite
04. The Louvre
05. Liability
06. Hard Feelings/Loveless
07. Sober II (Melodrama)
08. Writer in the Dark
09. Supercut
10. Liability (Reprise)
11. Perfect Places


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A circa quattro di distanza da Pure Heroine il 17 giugno 2017 esce “Melodrama, il nuovo lavoro della talentuosa artista neozelandese Lorde, per gli amici intimi Ella Yelich-O’Connor, prodotto dalla Republic Records.

Dagli esordi si era fatta notare per le scelte innovative nell’utilizzo di sonorità minimali ed essenziali che, pur avendo poco a che fare con il mondo del pop, hanno da subito avuto un riscontro positivissimo così come Green Light, il singolo che ne ha anticipato l’uscita.

Da premettere che dopo un intero decennio ed oltre, dai primi anni 2000 circa, in cui le produzioni discografiche hanno intrappolato le regole del mercato musicale in un modello top-down, negli ultimi anni si è fatta strada una nuova tendenza. Forse per scarsità di risorse creative, ma soprattutto e principalmente per originalità e spontaneità di interazione, si è scelto di rivalutare ciò che dal basso dei circuiti undergound potesse essere immesso nei grandi canali di diffusione.

Così come le avanguardie artistiche hanno reso mainstream gran parte di quanto prodotto dal substrato di correnti minori, allo stesso modo “Melodrama” mescola le sperimentazioni deep-south, nei beats dai toni acidi e taglienti e nei synth distorti e corposi (vedi Hard feelings/ Loveless), ad una impostazione volutamente pop, allineandosi così a percorsi già tracciati da altri grandi nomi come Rihanna, Kanye West o Jay Z.  Con estrema precisione le linee vocali sono sovrapposte e mescolate tra loro creando un complesso apparato di cori e controcanti che, insieme alle riconoscibili e accuratamente filtrate drums degli anni ’80, sopperiscono alla mancanza di riff portanti, strizzando l’occhio alle ultime influenze chill-wave, di cui le collaborazioni con Flume e Andrew Wyatt ne sono chiara testimonianza.

La sua voce è quello che tiene insieme tutto: talvolta melodica, come uno strumento aggiunto, talaltra è un parlato che accentua le dinamiche della sessione ritmica e il fatto che l’album sia stato concepito e registrato nella lontana Nuova Zelanda, sembra solo accentuare il senso che Lorde sia un elemento del tutto estraneo al sistema di composizione occidentale a cui siamo tutti abituati. Tracce come Liability o Writer in the dark ne mostrano un lato intimo e toccante. La grandezza di questi brani sta probabilmente nel fatto che riuscirebbero a mantenere la medesima potenza emotiva seppur spogliati di tutte le aggiunte artificiose degli arrangiamenti. Sarebbero potenti egualmente se eseguiti voce e piano.

“Melodrama” ci arriva come un’istantanea del suo processo di maturazione, in cui dopo il primo lavoro in cui Lorde aveva solo sedici anni, ora è chiaramente oltre i limiti che sembrava essersi prefissata.  Lei sembra essere intensamente autosufficiente e imperfetta nelle armonie e allo stesso modo perfettamente in grado di gestirne tutte le irregolarità.

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