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Speciale ROCK THE TARGIA – Siracusa, 7 agosto 2017

Rock The Targia” è da sempre un momento di aggregazione musicale molto sentito da Siracusa e dai siracusani stessi. Infatti, a distanza di mesi dall’ultima edizione, la rassegna musicale ha registrato un bel sold out, merito anche degli artisti in scena tra cui: Dente, Camillas, Fargas e Music For Eleven Instruments feat Barbagallo.

La rassegna ha dato vita a ben 4 ore di musica dal vivo culminata con il concerto dell’headliner Dente, vera ciliegina sulla torta di una manifestazione che non ha eguali in territorio aretuseo. Lo spettacolo viene aperto dai Fargas di Luca Spaggiari, che con il loro cantautorato rock hanno dato il via ad una serata abbastanza afosa diventata via via sempre più bollente con il susseguirsi degli artisti sul palco. Music For Eleven Instruments e Barbagallo hanno dato vita ad uno show pieno di classe ed esperienza, in quanto le due formazioni sono già realtà ben consolidate in territorio siculo. A susseguirsi sul palco i Camillas e Dente; i primi hanno ipnotizzato la piazza con il loro alternative rock (che non trova altra definizione) regalando pura euforia e grande ilarità tra gli ascoltatori; per quanto riguarda il vero protagonista della serata, Dente, il suo live è stato un susseguirsi di hit intervallate da brani del nuovo album e passati lavori.

Rock The Targia” si conferma una rassegna d’eccellenza che dovrà esser confermata e sostenuta da una città che gode della musica dal vivo solamente con il contagocce.

Ne abbiamo approfittato per scattare qualche foto (di Elia Capitani – le trovate in fondo all’articolo) e scambiare quattro chiacchiere con alcuni degli artisti che hanno partecipato alla rassegna.

Fargas (Luca Spaggiari)

Fargas

Cominciamo subito! E’ la tua prima volta qui in Sicilia?
Sono già stato in Sicilia ma non a suonare, quindi è la prima volta, però vengo sempre in vacanza perché ho diversi amici qui e sono completamente innamorato di questo posto

Ho visto che comunque suoni già molto in giro, quindi, essendo la prima volta qui, cosa ti aspetti dal pubblico siracusano?
Mi aspetto che sia molto selettivo perché tra tutte le persone che conosco qui c’è moltissima attenzione ai dettagli, secondo me, dai riferimenti che ho avuto anche da altri, c’è davvero molta curiosità quindi darò più del solito sul palco!

Una domanda sul tuo progetto, com’è nato il progetto Fargas?
La storia del nome è molto curiosa. Una sera dopo aver registrato mi sono ritrovato a dover dire “no, fare gas no” ad un mio amico, che mi proponeva di fare gas alla macchina, io pensavo di andare in un locale invece, era semplicemente far gas all’auto, questi sono i problemi del fare tardi la notte. Da lì un po’ tutti mi chiamarono Fargas per questo piccolo aneddoto. C’è pure la storia di un pirata chiamato “Fargas” che seppellì un tesoro per poi perderlo dopo una sbornia. Quindi tutto ciò è abbastanza divertente.

Secondo te quale dev’essere l’elemento distintivo per un cantautore? Diciamo per distinguersi dalla schiera di cantautori che ci sono oggi?
Diciamo che nel 2002 ho pubblicato un disco con una produzione per una major e quindi mi fu preconfezionato un disco di arrangiamenti che oggi non utilizzerei più perché venivo in realtà da ciò che poteva essere un mondo di cantautorato ma con influenze post rock. Adesso il cantautorato ha diminuito il suo potere mediatico, la parola ha un po’ meno importanza per prediligere ritornelli o slogan facili, che va bene, però adesso il cantautorato tende al pop. Io tendo ancora un po’ al rock e quando posso tendo a sperimentare un po’ di più. Quindi probabilmente prendere tante cose da tanti generi diversi e lasciarsi influenzare potrebbe essere una soluzione.

Dove ti vedi da adesso a dieci anni? Ti vedi più un musicista imprenditore o continuerai senza pensare a robe social e cose simili?
Il mio ufficio stampa mi rimprovera sempre perché non condivido le cose che faccio sui social, non credo che curando molto le cose possa scoppiare il fenomeno Fargas, a meno che non faccia musica in pieno stile Thegiornalisti. Al momento mi vedo semplicemente a proseguire la mia carriera di musicista e di produttore e soprattutto dedicarmi ad altri musicisti facendomi una sorta di catalizzatore di poveri.

 

Dente

Dente

Finalmente rieccoti in Sicilia: qual è stata la tua prima data in assoluto qui?
Il primo concerto è stato al Retronoveau di Messina, concerto chitarra e voce e non mi ricordo nemmeno quanti anni fa. Tornare ogni volta è bello perché il pubblico siciliano è molto caloroso.

Cos’è cambiato dall’inizio della tua carriera ad ora nel modo di concepire la musica?
Son successe tante cose, oggi innanzitutto è tutto molto più veloce e probabilmente si stava meglio quando si stava peggio. Se parliamo in termini di hype, alcune storie ci sono sempre state. I modi di fare sono cambiati adesso sono un po’ più moderni anche se alcune storie sono già abbastanza vecchie. Le nuove leve arrivano ad avere ottimi risultati in poco tempo ed è sicuramente una cosa buona. Adesso c’è attenzione dei grandi network verso alcune cose che prima non venivano molte valorizzate

Cosa deve inventarsi un cantautore per essere originale oggi? Un tempo si pensava che sperimentare bisognava mettere qualche synth…
Bella domanda, ma se lo sapessi non te lo direi, più che altro non è una cosa gli può sapere, ognuno fa ciò che sente e se si scopre che è stata un innovazione, ben venga. Ad esempio Battiato ha fatto dischi che potevano essere innovativi pure oggi. Quindi è tutto relativo, non c’è una regola. Se la gente copia quello che fai probabilmente hai trovato una giusta chiave per essere originale.

Ultima domanda, la storia con gli Zen Circus com’è finita?
Ha vinto l’Amore, che vince sempre!

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