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Leprous – Malina

2017 - Inside Out Music
progressive rock

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Tracklist

1. Bonneville
2. Stuck
3. From The Flame
4. Captive
5. Illuminate
6. Leashes
7. Mirage
8. Malina
9. Coma
10. The Weight Of Disaster
11. The Last Milestone


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La puntualità con la quale i norvegesi Leprous pubblicano dischi è qualcosa di abbastanza raro nel mercato discografico odierno, soprattuto per ciò che riguarda la qualità media di ogni uscita. Avevamo appena finito di goderci il precedente (e meraviglioso) “The Congregation” ed ecco uscire il nuovo “Malina che rappresenta, manco a dirlo, l’ennesimo passo in avanti nell’evoluzione del loro sound.

Partiti con un metal progressivo già molto personale, la band di Notodden ha pian piano virato sempre di più verso uno snellimento del suono che l’ha portata a lambire territori rock tout-court. E fin qui non ci sarebbe nulla di troppo strano se non fosse per il fatto che un pezzo come From the Flame, primo singolo uscito, seppur apparentemente semplice e lineare nasconde una complessità ritmica e armonica incredibile.

La formula segreta dei Leprous è proprio questa, saper scrivere dischi intricati ma allo stesso tempo diretti. “Malina” è per questo motivo la perfetta evoluzione del precedente lavoro in cui le velleità prog, sposandosi ancor più che in passato con un’ attenzione verso la forma canzone vera e propria, creano vere e proprie perle come Illuminate dalla struttura ritmica disarmante e al contempo coinvolgente. Così come è disarmante la scelta di aprire il disco con un brano totalmente spiazzante come Bonneville dal delicato andamento jazz, che fa da contraltare all’andatura schizofrenica di Coma in cui il drumming di Baard Kolstad è semplicemente inumano per tecnica, gusto, groove e originalità.

Il DNA progressivo dei Leprous si fa strabordante in Mirage in cui il tragico lirismo della voce di Einar Solberg si fonde con le pesantezze pulsanti e meshugghiane del basso, le dissonanze delle chitarre, fino al delirante finale in cui ogni elemento della band si incastra alla perfezione. Ospite del disco, il violoncellista canadese Raphael Weinroth-Browne, la cui prestazione splende più che mai nella title-track, brano completamente fuori dalle dinamiche rock e più vicino alla musica sinfonica vera e propria, e nella conclusiva The Last Milestone.

Se qualcuno vi parla di prog-rock (o metal che sia) facendovi sentire band che, senza fare nomi, sbrodolano brani senza capo né coda che non ricorderete nemmeno dopo venti ascolti, fategli sentire i Leprous (o i Pain of Salvation): magari qualcuno di loro potrebbe rinsavire.

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