Alteria, al secondo album da solista, il primo cantato in italiano, continua a dimostrarsi una delle principali voci rock in Italia.
Dopo la premessa iniziale si lancia subito in un pezzo che riprende i grandi classici del genere, lanciato e con un basso dominante, urlato e schitarrato senza mezzi termini: è tanto presto per scegliere il miglior brano di un disco appena iniziato quanto è difficile ignorare la completezza di Peccato.
Andando al di là del pregresso, la rocker ha costruito un disco ben più complesso di quanto ci si potesse aspettare: Sacro e Profano è un Cosmo calmo e incattivito, Diventare Chi Sei è una Carmen Consoli di chitarra toccata appena e voce piena: se il rock è il fondamento inalienabile che costituisce la forza di Alteria, la capacità di variare e farlo bene è uno dei pregi che rendono l’intero lavoro incredibilmente difficile da ignorare.
I testi sono ben costruiti come quanto lo erano in inglese, il salto di lingua non sembra aver compromesso nulla della capacità di raggiungere il suo pubblico, e la voce è come sempre una delle migliori che si possono trovare. Il suonato è solido, a qualunque genere si avvicinino, sembrano ben in grado di adattarsi e spostarsi dalle atmosfere più dure alle influenze più pop.
Alteria si riconferma un’artista completa con una voglia di fare musica e farla senza preoccuparsi di troppe cose che non siano la musica stessa, un lavoro di grande livello che trapela un grande cuore.