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The Bastard Sons Of Dioniso – Cambogia

2018 - Flabamusic
rock

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Tracklist

1. Cambogia
2. Sei solo tu
3. Non farsi domande
4. Coast To Coast
5. Lasciamo stare i convenevoli
6. Venti tornanti
7. Il falegname
8. La seconda neve
9. Benvenuti nel mio modo


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Non deve essere stato facile per i The Bastard Sons Of Dioniso trovare e percorrere la propria strada una volta usciti da X Factor nel 2009. Per loro, che all’epoca erano poco più che esordienti, un talent e il successivo “usa e getta” operato dal mercato potevano risultare letali, stroncandone ogni sorta di attitudine artistica. Peggio ancora, la televisione avrebbe potuto facilmente ridurre una band di ragazzoni coi capelli lunghi dediti al punk-rock a semplice stereotipo, freak o prodotto per ragazzine che fosse, quando invece diventava importante sviluppare un discorso circa la propria reale identità. Per fortuna però alla fine così non è stato: i TBSOD hanno saputo difendersi, proseguendo per la propria strada costruita su un alternative rock via via più consapevole, dedicandosi nel frattempo anche ad un’intensa e formativa attività live.

Ecco quindi “Cambogia“, sesto capitolo in studio per la band della Valsugana, quello in cui i tre, abbandonate le divagazioni acustiche del precedente “Sulla cresta dell’ombra“, ritrovano le chitarre elettriche a rimarcare per bene i propri confini. Una produzione limpida e pulita dà ancora più lustro ai TBSOD come power-trio, mostrando al tempo stesso quanto i tre siano maturi, affiatati e consapevoli dei mezzi a loro disposizione. Sebbene infatti gli elementi in gioco per tutto l’album siano sempre chitarra, basso e batteria, il lavoro non risulta mai ripetitivo, anzi.

Le soluzioni adottate sono tante e diverse: dal punk-rock più forsennato (Il falegname, Lasciamo stare i convenevoli) ad episodi più morbidi e arpeggianti (la title-track stessa e l’acustica – l’unica – Venti tornanti, ai confini col folk), fino alla bella crasi finale di Benvenuti nel mio modo, tutto è nel segno di uno stile collaudato che poggia sicuro nell’alternative rock. Se poi si guarda anche ai testi, che pur senza brillare risultano comunque funzionali e mai davvero banali, si può tranquillamente dire che, come è vero che in “Cambogia” i tre non rischiano e non osano più di tanto, è anche vero che non sbagliano il colpo, lasciandoci un disco sicuro ed efficace.

I The Bastard Sons Of Dioniso ce l’hanno messa tutta e questo “Cambogia” è un altro importante passo avanti che dimostra tutte le qualità di una band che forse proprio la l’esperienza di un talent ha reso vittima di un certo – ingiusto – snobismo.

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