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Serpe In Seno – SerpeInSeno

2018 - Autoproduzione
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Tracklist

0. intro
1. Ovoviviparo
2. Un Castigo
3. Promessa
4. Laudano
5. La Ballata Dell'Oste
6. Mont Saint Michel
7. Uomini e Dei
8. Figlia Di Mercurio
9. Messalina
10. Dea Del Fuoco


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Attivi sin dall’ormai lontano 2007, i Serpe In Seno erano in origine un insolito duo italiano: Simon al basso e Bobowsky alla batteria. Nel 2013 il progetto subisce una seconda rinascita in termini di sonorità e l’ingresso di Giovanni Battista Guerra (voce, sinth e Kaoss Pad) abolisce l’unica via strumentale al gruppo e vi consacra un’ugola al massiccio sound. Vari concerti e qualche demo segneranno gli anni seguenti del trio, mentre solo in questi giorni riescono a donare a noi ed alle stampe il loro primo, omonimo, album.

Questa striminzita ma doverosa premessa sul tragitto compiuto dai Serpe In Seno fino ad oggi, vuol far porre l’attenzione sul fatto che quest’ultimi da ormai alcuni anni nuotano nel marasma dell’underground italiano, impossibilitati ad emergere senza un vero e proprio lavoro ufficiale. Saranno quindi, a discapito della maggioranza, riusciti a forgiare qualcosa che li salvi da un lento e prematuro declino?

..con una liquida esplosione

Seguentemente ad un intro breve e perlopiù d’atmosfera, una vera e propria miccia detona l’incredibile e straniante sonorità del trio. Ovoviviparo presenta senza troppi giri di parole l’infernale girone messo in scena, che nel bene e nel male proseguirà per tutto l’album: un vero e proprio terrorismo sonoro arredato con un pachidermico basso da far impallidire i suoi colleghi a sei corde, le chitarre, da sempre considerate vitali ed importanti per la riuscita di un sound corposo. Sorretto da una impeccabile lavoro alla batteria ed un importantissimo apporto al sintetizzatore, il mood destabilizza, mette a disagio e sembra quasi d’assistere ad una muta e viscerale implosione proprio grazie all’assenza di un suono o di una vibrazione che riesca a staccarsi dal collante dei tre strumenti provenienti da sotto il terreno. Il caos é sì confusionario per sua definizione, ma in questo caso i tre ragazzi sanno chiaramente come svolgere il loro lavoro, tutto è perfettamente oliato a dovere.

Si assiste quindi inermi ed impotenti all’orizzontale e martellante Laudano, con una lodevole e riuscita prova del cantante Giovanni, sicuramente a suo agio nel calarsi da narratore e non relegandosi quindi necessariamente al ruolo di vero e proprio cantante. La seguente La ballata dell’oste poi, non fa che confermare il tutto, guadagnandosi a piene mani il premio come miglior brano del lotto.

Con una dolorosa inerzia quasi doomeggiante, un testo perlopiù nichilista (come buona parte dell’album, dalle liriche spesso rassegnate, nevrotiche e furiose) viene diabolicamente sussurrato all’ascoltatore prendendolo per mano e portandolo nelle profondità di questo girone per anime dannate. I livelli di qualità si mantengono altissimi anche con la seguente Mont Saint Michel, adornata di un ipnotico mantra ripetuto quasi costantemente per l’intero brano valorizzato dal nervoso, sempre preciso incedere degli strumenti.

SerpeInSeno” riesce quindi a convincere e mette in chiaro la serietà della formazione, arrivando addirittura a lasciarsi canticchiare con alcuni passaggi perfettamente ben assestati per rimanere in testa dopo l’ascolto (chiaro esempio di quanto detto Uomini e Dei, potenziale inno di battaglia nelle esibizioni live da cantare a squarciagola come fosse un inno da stadio).

Purtroppo nemmeno nei lavori potenzialmente riusciti si esce illesi da qualsivoglia critica: mi sento infatti in dovere di citare qualche passaggio a vuoto come Un castigo, forse troppo breve e presto abortita per poter convincere. Parlando infine del lavoro alla voce, avrei preferito un suono più pulito in alcune circostanze e meno influenzato da quel che sembra un filtro, cosa che avrebbe reso l’intero lavoro meno monocorde e sicuramente migliorato in alcune sezioni che rischiano l’effetto dèjà vu.

Pienamente soddisfatto, e chiudendo un occhio su di alcune imperfezioni e ridondanze, mi sento in dovere di consigliare a tutti un ascolto a questo lavoro, in modo da poter valorizzare quel che può ancora nascere nel nostro paese e di poter magari ridare quel minimo di visibilità che i Serpe In Seno meritano.

 

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