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Funeral Winds – Sinister Creed

2018 - Avantgarde Music
black metal

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Tracklist

1. The Road To Perdition
2. Cursed Is This Pantheon Of Flesh
3. The Arrival
4. Sinister Creed
5. Blood
6. Black Moon Over Saturn
7. Sekhmet
8. Nunc Et In Hora Mortis Nostrae


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Sinister Creed‘ is dedicated to those that follow the path of the Dark Tradition and to the true spirit of Black Metal. Black Metal is not entertainment. Black Metal is the cult of Blood, Fire and Death!“. Con queste forti parole gli olandesi Funeral Winds introducono la loro nuova fatica discografica, attesa per ben undici anni dopo il tutto sommato soddisfacente “Nexion XUL – The Cursed Bloodline.

Cominciamo con il mettere in chiaro e sottolineare la glaciale volontà della band di mantenere un sound genuinamente black metal, per nulla ingentilito da soavi armonie e schietto nel suo distacco emotivo. Ciononostante, dove l’incallito blackster gioisce enunciando il loro ritorno, l’ascoltatore più open mind e meno cedevole alle comodità potrebbe avvertire quasi anacronistico il tutto, colmo e strabordante di temi ormai triti e ritriti in questo genere da anni non più così underground.

Anzitutto tagliamo la testa al toro, “Sinister Creed” è un buonissimo album di musica estrema, egregiamente suonato e che soddisferà i migliaia di fan della loro quasi religiosa cerchia. Il riffing è incisivo, equilibratamente brutale e dalla qualità di registrazione (giustamente) impura. Di maniera è anche il drumming, dal blast beat che ossessiona le numerosissime fasi più concitate dei componimenti, alla marziale batteria nelle sporadiche sezioni dove il tutto rallenta.

Sorvolerò poi sui testi davvero scialbi ed al giorno d’oggi quasi farseschi, con tematiche intrise del solito satanismo e di quei sanguinosi riti che un paio di decenni fa potevano forse incutere timore, ma che nel 2018 davvero risultano stantie. L’album scivola quindi senza nessun reale guizzo che lo differenzi dalla caterva di suoi simili, non sorprende e non infastidisce.

Questo è forse il vero difetto del disco ed il peggior male per un gruppo che dovrebbe e vorrebbe saper sconvolgere il suo pubblico. Intendiamoci, la mia adolescenza è stata segnata da questa diabolica corrente musicale, ascoltando incessantemente gruppi come i norvegesi Darkthrone, passando poi per i tedeschi Nargaroth e seguendo alla follia gli svedesi Marduk (risulterebbe anacronistica anche la loro mai dimenticata trilogia Sangue-Guerra-Morte oggigiorno?). Proprio questo è forse il problema dei cari Funeral Winds: spingersi ostinatamente a musicare un copione che rimarrà croce e delizia per chi ha amato ai tempi questo genere.

Soddisfattissimi quindi i loro fan che aspettavano da un intero decennio il loro lavoro, forti di aver tra le loro mani un album di buonissima fattura. Accorati invece coloro i quali hanno abbondantemente navigato in questo oscuro mare, sposando per anni i loro poveri timpani con le fredde note del metallo nero, e si aspettavano una nuova formula almeno in parte svecchiata.

Tuttavia, per concludere, c’è una doverosa osservazione del fenomeno che spezza una lancia a favore degli Olandesi e dei loro seguaci: perché doversi forzatamente svecchiare ed evolvere quando si rilasciano continuamente dei lavori onesti e di ottima fattura? Ai posteri l’ardua sentenza.

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