Luca Sigurtà – Grunge

“Grunge” è l’ultimo disco di Luca Sigurtà, uscito sul finire dello scorso anno. È da più di una decina d’anni che Sigurtà sperimenta con l’elettronica, giocando con i synth e con le loro possibilità. È facile, quando si tratta di sperimentalismi elettronici, cadere nel banale e creare lavori senz’anima, paradossalmente perché molti di quelli che fanno parte del campo tendono a lavorare in modo simile.

In “Grunge” invece c’è un approccio ispirato, con una buona dose di idee interessanti e una tendenza al non stare mai troppo fermi nello stesso punto, anche grazie forse al fatto che Sigurtà ha collaborato con un sacco di gente diversa per completare le canzoni che troviamo nel disco.

Le tracce sono generalmente dettate da pulsazioni rigide e serie, ma sanno anche quand’è il momento di lasciarsi andare ed usare un approccio più delicato, come nella bellissima Topanga, canzone finale dell’album, dove fa da protagonista un malinconico violoncello.

Pezzi come Koi invece possono quasi venire considerati degli attacchi contro l’ascoltatore: un’atmosfera tesa, solenne; la musica avanza con toni maligni mentre una voce intensa e profonda legge un poema. Ci sono molti pezzi di spoken word sparpagliati per l’album, realizzati tutti da persone diverse, che lo mantengono fresco e rafforzano l’impatto che ha già la musica stessa.

“Grunge” si presenta come un disco vissuto, con molto da offrire. Le atmosfere sono allo stesso tempo intime e severe, le idee sono tante, l’esecuzione è riuscita e ne è uscito un insieme di canzoni dal carattere forte e distintivo. Consigliato agli amanti dell’elettronica e a chi è attratto da un tipo di musica meno strutturato e più concentrato sulle sensazioni dirette che si possono provare grazie al suono.