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Calexico – The Thread That Keeps Us

2018 - City Slang
americana / indie folk

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Tracklist

1. End Of The World With You
2. Voices In The Field
3. Bridge To Nowhere
4. Spinball
5. Under The Wheels
6. The Town & Miss Lorraine
7. Flores Y Tamales
8. Another Space
9. Unconditional Waltz
10. Girl In The Forest
11. Eyes Wide Awake
12. Dead In The Water
13. Shortboard
14. Thrown To The Wild
15. Music Box


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The Thread That Keeps Us” è il nono album in studio dei Calexico (Joey Burns e John Convertino), registrato in una casa nel nord della California. Come si legge dal sito ufficiale, è un luogo che ha avuto un peso notevole sulla produzione dell’album. Una scelta in linea con l’ideologia della band che in questo caso trasforma un edificio costruito con materiali di recupero da imbarcazioni, in uno studio di registrazione con vista panoramica sulle insenature della Pacific Coast.

Coprodotto con Craig Schumacher, storico ingegnere del suono del duo nato in Arizona, i Calexico hanno coinvolto musicisti da tutto il mondo per raggiungere un suono duro ma condiviso, con chitarre frastagliate e squarci di distorsioni. Tutto suona come previsto: Another Space o anche Dead In The Water propongono un blues ruvido, cupo e a tratti disarmonico.

Questo album è un viaggio lungo le highway che mostra le contraddizioni e gli squilibri dell’America Trumpiana. Come in End Of The World With You ma come in gran parte di “The Thread That Keeps Us” l’obiettivo sembra quello di imprigionare le ansie e il disagio delle vite costrette ai margini.

Da un lato le contaminazioni con diversi musicisti esprimono un’energia cinetica che deriva proprio dalla continua instabilità delle situazioni, dall’altro i testi si dichiarano con una precisa linea letteraria, denunciando la fame atavica di consumo, figlia di un paese che è vittima di sé stesso.

In gran parte ispirato dai suoi vagabondaggi nella California del nord durante la produzione dell’album, i racconti presenti in “The Thread That Keeps Us” riflettono sullo spostamento, sull’esistenza transitoria e, come lo stesso Burns ha dichiarato: “returning to your home after being gone for some time and seeing how things have changed, and maybe not in the best way.”

L’album è, paragonandolo alla definizione della Panoramic House in cui è stato concepito, una “nave fantasma” che possiamo forse immaginare in balia delle incerte e tumultuose acque del tempo presente.

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