Impatto Sonoro
Menu

Recensioni

Holy – All These Worlds Are Yours

2018 - PNKSLM Recordings
indie / garage / pop

Ascolta

Acquista

Tracklist

1. Night On Earth
2. and she breaks the day! A clarity
3. ððð
4. Premonition / ◯ / it shines through
5. Dreaming Still?
6. all these worlds are yours
7. Heard Her
8. ৌ alien life??
9. Wish ㍛
10. In Lack of Light


Web

Sito Ufficiale
Facebook

Non è proprio il caso di nascondere l’entusiasmo per il nuovo disco di HOLY, talento svedese prodotto dalla giovane PNKSLM Recordings. Due parole per questa etichetta discografica mi sembra d’obbligo spenderle, dato che dal 2013 producono “whatever we damn please” (ovvero tutto ciò che li aggrada) e gliene sono veramente grato. L’attitudine di per sé è già rispettabile, ma non è tutto. Tanta è la qualità in casa PNKSLM: Les Big Byrd, Magic Potion, Sudakistan, Hater e ShitKid sono solo alcuni dei nomi che mi fioccano in mente e che negli ultimi anni hanno sconvolto la scena underground svedese. Non mi sorprende quindi che HOLY abbia trovato in un ambiente così fertile il terreno ideale per far crescere i suoi frutti. E accidenti se maturano in fretta.

La storia di HOLY – progetto del cantante e chitarrista Hannes Ferm – ha inizio nel 2014, quando da Umeå si trasferisce a Stoccolma con un pacco di demos sottobraccio per intraprendere la carriera di musicista. Dopo appena un anno esce “Stabs”, gioiellino garage pop dall’estetica lo-fi (vivamente consigliato ad amanti di Ty Segall e compagnia bella). Ma l’attitudine sbarazzina a quanto pare non è cosa per Hannes, che con questa seconda prova decide di mettersi a nudo e fare veramente sul serio. Arriva così “All These World Are Yours”, un disco incredibilmente maturo che mischia influenze proto-glam-rock a neo-psichedelia in quella che definirei un’opera art-pop per millennials

La traccia di apertura Night On Earth mette subito le cose in chiaro: come sarebbe incontrare una versione futura di sé stessi? Tra drug experimentation, domandoni esistenziali e viaggi nel tempo alla Brian Eno, fin dal primissimo ascolto si ha come la sensazione di sbirciare in un diario personale. E la tentazione di proseguire complici nella lettura cresce forte in cuffia tra i cori allucinati di and she breaks the day! A clarity e gli archi sbrilluccicanti di ððð, fino ad approdare a Premonition / ◯ / it shines through, primo singolo dell’album e pezzone psych-pop destinato a lasciare il segno (possibile faccia pensare a Foxygen, Temples e Tame Impala contemporaneamente?). Da qui il crescendo orchestrale della splendida ballata sunshine-pop Dreaming Still? porta dritti dritti alla title track, un masterpiece da otto minuti abbondanti piazzato (non a caso) nel bel mezzo del disco: all these world are yours affianca a un’eterea melodia di pianoforte imperiosi giri di batteria in un climax simil-teatrale da pelle d’oca. Seguono le sentimentali esplosioni di batteria di Heard Her (sarebbe bello sapere cosa ne pensano i Sigur Rós) edৌ alien life??, colonna sonora ideale per chiunque abbia mai immaginato di essere lentamente risucchiato da una navicella spaziale (parlo con te, con la maglietta dei Flaming Lips). Il disco si dissolve infine nella torbida bellezza di In Lack of Light, i cui synth solenni e misteriosi ci interrogano sull’esistenza di Laura Palmer in un altro pianeta.

Se vi solletica l’immagine di David Bowie e Wayne Coyne che discutono la forma delle nuvole distesi tra le nevi di Svezia, questo nuovo disco di HOLY scalderà il vostro febbraio. Fantastisk.

Piaciuto l'articolo? Diffondi il verbo!

Altre Recensioni