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E Ruscha V – Who Are You

2018 - Beats In Space
elettronica

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Tracklist

1. The Hostess
2. Who Are You
3. Gravity Waves
4. Lights Passing By
5. In The Woods
6. Carried Away
7. Roots And Branches
8. Endless Sunday
9. All Of A Sudden


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Who Are You” è una miscellanea di flusso musicale in forma libera ad opera di E Ruscha V che tenta di trasporre la dinamica di transizioni tra lo stato di calma e lo stato di estasi, un momento del cammino trascendentale dell’artista, della sua scoperta di sé la cui musica identifica l’universo della coscienza.

Eddie Ruscha ha cercato così di somministrare la sua cura elettronica rispetto all’atmosfera shoegaze/psichedelica che ha dominato la sua formazione musicale. Il suo disco è un’interrogazione della melodia che fa emergere differenti sfumature dell’idea di bellezza. Il ritmo, che ha comunque un ruolo forte, è solo il supporto per tutta la struttura del disco (con un maggiore aspetto contemplativo, fatto di spazi aperti per la tassonomizzare “il sentimento di un giorno perduto” (non si prendano alla lettera le parole dell’artista poiché, come la sua musica, anch’esse sono fatte di immagini in cui l’orizzonte sconfinato fa da guida per l’ascolto delle tracce).

Elementi di dub, tropicalia, afrocosmico vengono riproposti nei suoi pezzi strumentali i cui temi melodici si pronunciano nonostante l’assenza di parole (la musica intende, suggerisce, piuttosto che significare). Una miscela di elettronica con un “tocco umano” di chitarre e strumenti a corda di vario genere (troviamo accostato il CS-80, per esempio, con arpeggi chitarristici senza peraltro risultare un pezzo da memorabilia: il tutto è estremamente attualizzato, come un mondo a sé, a cavallo tra due realtà) che riesce a dare un sentore di calde sonorità in stile ECM senza che manchino strutture ritmiche o pattern percussivi che contribuiscono a dare l’idea di totalità di cui sopra (si veda il pezzo Lights Passing By o l’isolana Gravity Waves, o la lounge con vocoder Endless Sunday – quasi vicino a Washed Out e a Cobblestone Jazz).

Il dub è ingrediente fondamentale del post-folk elettronico di Ruscha (In The Woods o Roots And Branches) che amalagama il tutto grazie al suo scandire senza scandire, ma che tutto accoglie col suo calore composto e, proprio per questo suo aspetto, riesce a donare il sentimento della perdita, del disorientamento, un “big picture” che non fa da guida, ma aiuta a perdersi, come le mappe (non) concettuali di Yoko Ono.

La Beats In Space a questo giro non si risparmia diversivi per un disco che sì, ha sempre quell’animo futur/tropicale tanto caro all’etichetta. Un’opera d’arte fatta di intimità, serenità e allucinazione confortante che salta con eleganza il rischio del pasticcio e si muove delineando un universo altamente personale ma comunque coinvolgente

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