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Pianos Become The Teeth – Wait For Love

2018 - Epitaph Records
emo / rock / alternative

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Tracklist

1. Fake Lighting 
2. Charisma
3. Bitter Red 
4. Dry Spells
5. Bay of Dreams 
6. Forever Sound 
7. Bloody Sweet 
8. Manila 
9. Love on Repeat 
10. Blue 


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Partiamo dal presupposto che fa di me la persona più o meno indicata a parlare di questo disco, a seconda del diverso punto di vista: non sono mai stato un fan dei Pianos Become The Teeth. Non per pregiudizio, ma per mera questione di gusto personale ho spesso ritenuto le loro uscite degli ascolti destinati a scivolare via senza lasciare il segno e che irrimediabilmente soffrivano il confronto con altre maestranze del genere a mio giudizio ben più significative.

Se necessito di un post-hardcore urlato e dai ghiribizzi melodici vicini all’emocore vado a colpo sicuro affidandomi alle velleità narrative dei La Dispute o ai drammi antropici dei Touchè Amorè; semmai rispolvero i mewithoutyou degli esordi, a cui tutte le band succitate devono più di un semplice debito. Di certo non prendo in mano dischi come “Old Pride” o “A Lack Long After”, per quanto siano ben suonati e che confido magari di ri-rivalutare in futuro. 

Negli ultimi anni va comunque riconosciuta al quintetto di Baltimora una capacità di mutare pelle verso lidi più melodici, che ha portato non pochi fan della prima ora a storcere il naso. Lo spartiacque in questo senso è stato Hiding, brano contenuto nello split con i Touchè Amorè. che anticipava la deriva intrapresa col terzo disco “Keep You”, album dai toni più pacati e dilatati, capace di spunti melodici interessanti inseriti in un contesto generale di discreto livello, ma a tratti troppo monocorde.

Preferendoli decisamente nella loro veste più melodica mi sono approcciato con sincera curiosità all’ascolto di questo “Wait For Love”, quarto album uscito per la storica e oggigiorno discontinua Epitaph Records. Curiosità che è mutata rapidamente in aspettativa a seguito dell’ascolto dei tre singoli (Charisma, Bitter Red, Love On Repeat) che hanno anticipato l’uscita del disco, merito anche dei bellissimi videoclip girati da Michael Parks Randa. 

Se il disco avesse mantenuto lo standard dei suoi singoli parlerei, senza timore di essere smentito, di un capolavoro in grado di imprimere un segno indelebile nell’odierna corrente emo-revival, al di là dell’orripilante copertina decisamente troppo naif e patinata. In realtà tanto gli intenti quanto gli esiti dell’album risultano essere assai più umili, e quindi occorre abbassare le pretese: “Wait For Love” è un ottimo disco non esente da difetti che, visto e considerato il successo del predecessore, suona in più episodi come una variante sul tema di “Keep You”, continuando a comporre per sottrazione ma rispetto al quale esacerba ulteriormente la densità delle armonie configurandosi in un impatto più immediato. Kyle Durfey si è tagliato i capelli ed è diventato papà (“Would you believe it? I’m a family man now”) ed è evidente che il turning point della sua vita, coadiuvato dall’amore in ogni sua forma, abbia impattato sul suo lavoro. Da questa prospettiva “Wait For Love” è il disco meno sofferto e più romantico che i PBTT abbiano mai composto, lontano dai livori del passato ma non per questo meno ipertrofico dal punto di vista emotivo (anzi). 

Alcuni brani fungono decisamente da riempitivi poco incisivi e facilmente dimenticabili, come la cantilenante Forever Sound o l’open track Fake Lightning, assolutamente l’episodio peggiore del disco. In altri casi ci sono tentativi interessanti di riproporre con personalità aspetti di contingenza spesso più affini ad altri loro colleghi; in questo senso uno degli episodi più riusciti del disco è Dry Spells, brano dalle atmosfere dilatate e pieno di reverberi in parte riconducibile ai preludi post-rock dei Moving Mountains (e per me ricordare i Moving Mountains nel 2018 è cosa buona e giusta). A volte il minimalismo compositivo di certi brani come Bay Of Dreams o la conclusiva Blue lascia intravedere delle buone idee a cui però sarebbe servito, in certi passaggi, un maggiore sostegno dal punto di vista del mordente per risultare meno esangui. Decisamente più coinvolgenti sono il groove alternative di Bloody Sweet, a tratti rubacchiata ai Balance & Composure, e l’emocore di Manila che nei limiti del disco provano un po’ ad alzare il gain.

Come detto prima però sono i singoli che delineano in maniera netta la quadratura del cerchio dei PBTT dal punto di vista melodico e negli arrangiamenti. Charisma e Bitter Red sono bombe a mano fedeli ad una tradizione emocore in impeccabile continuità con Far e Texas Is The Reason, ovviamente con i dovuti accorgimenti per modernizzare ii sound: la prima più dinamica, la seconda più introspettiva e dalle soluzioni ritmiche meno prevedibili, ma entrambe capaci di trasformare le lacrime in lacrimoni. Love on Repeat è a mio modo di vedere la summa del disco, oltre che li brano più bello per genuinità della composizione, dove sia gli strumenti sia il rapporto tra dolcezza e tiro del gain risultano equilibrati e in perfetta alchimia (esecuzione tecnica semplice ma pulita).

E evidente che siamo dinanzi a una band che in balia degli eventi ha dato vita a un disco di rottura ancor più radicale del precedente. Nonostante i difetti e le discontinuità, questo “Wait For love” è a mio giudizio un disco godibilissimo capace di grandi cose nei suoi momenti più ispirati, segno di una band che nel 2018 ha ancora qualcosa da dire. Ovviamente se non apprezzate questo tipo di musica quest’album non è di certo nato con l’intento di farvi cambiare idea. 

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